Cinquecento giovani per la solidarietà. Il governo presenta “I corpi civili di pace”

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Al via il progetto dei “Corpi civili di pace”, destinato alla formazione di 500 giovani volontari da impegnare in azioni di pace non governative al fine di promuovere la solidarietà e la cooperazione. L’iniziativa è stata presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi alla quale hanno partecipato il ministro e sottosegretario al Lavoro Giuliano Poletti e Luigi Bobba e il sottosegretario agli esteri Mario Giro, ed è stata attuata con il decreto ministeriale firmato venerdì scorso proprio da Poletti in collaborazione con il ministro degli affari Esteri Gentiloni.

“Questa iniziativa – ha detto Poletti – si inserisce tra le azioni che il governo sta realizzando per lo sviluppo della partecipazione attiva dei cittadini nella vita della società”, in un paese che ha una forte cultura del volontariato e dell’associazionismo. L’intento del governo è fare sì che questo settore non venga messo in un angolo, soprattutto che non diventi un pronto soccorso per i casi in cui lo Stato non ha risorse, ma fare sì che questo tipo di partecipazione possa essere incorporata nelle scelte politiche come parte essenziale.

La nuova iniziativa si inserisce nel progetto di sviluppo del servizio civile, infatti nei prossimi mesi i giovani impegnati in questa esperienza arriveranno a 50mila. La formazione riguarderà 500 volontari con età compresa tra i 18 e i 28 anni e vede uno stanziamento di 9 milioni di euro in 3 anni. I giovani in questione saranno impiegati nel sostegno a processi di democratizzazione, supporto alle capacità della comunità, monitoraggio del rispetto dei diritti umani, attività umanitarie anche con rifugiati e profughi, educazione alla pace e sostegno alla popolazione civile in situazioni di emergenza sociale e ambientale.

Secondo Giro: “Nell’ingrigimento generale delle istituzioni europee, noi stiamo presentando il mondo non come minaccia, ma come opportunità. – e conclude –  Proponiamo un rovesciamento dell’immagine dei giovani, di cui e a cui si parla oggi troppo male. Noi vogliamo dimostrare che nei giovani c’è forte la ricerca di qualcosa che sia più bello e più giusto”.