Riforma della giustizia, il presidente polacco Duda annuncia il veto su due disegni di legge

Il presidente polacco Andrzej Duda porrà il proprio veto a due delle tre proposte di legge volte a riformare il sistema giudiziario del Paese. Secondo il capo di stato della Polonia, le proposte di legge sulla Corte Suprema e sul Consiglio Nazionale della magistratura rischiavano di minare l’autonomia dei giudici e quindi ha deciso di rimandarle in Parlamento.

Il “no” del presidente Duda

L’annuncio è stato dato dallo stesso presidente durante una conferenza stampa a Varsavia, il quale ha sottolineato che il suo ufficio non è stato consultato prima dell’approvazione delle leggi in aula e contestando anche che, secondo le nuove leggi, i giudici dovrebbero essere indicati dal ministro della giustizia, che già copre la carica di procuratore generale. Inoltre, il presidente polacco, durante la conferenza stampa, ha precisato che il suo ufficio preparerà un nuovo progetto di legge in due mesi.

L’appello alla “pace sociale”

Inoltre, nell’annunciare il suo veto sulla riforma della giustizia, il presidente polacco ha fatto l’appello alla pace sociale. Rivolgendosi sia alle forze di governo guidate da Jaroslaw Kaczynski sia all’opposizione, Duda ha richiamato alla responsabilità e saggezza. “Lo stato dove regna l’inquietudine e dove è in corso la guerra politica non si può sviluppare”, ha detto il capo di stato, commentando le manifestazioni che da oltre una settimana si svolgono ogni giorno in tutta la Polonia. Il presidente ha aggiunto che “il potere si può rifiutare alle elezioni e non sulle strade”.

Le proteste dei cittadini

Dopo l’approvazione da parte del parlamento – avvenuta lo scorso 22 luglio – della controversa riforma della giustizia, per giorni migliaia di manifestanti sono scesi in piazza a Varsavia, ma anche in altre città, con candele, bandiere e rose bianche (simbolo del movimento civico, ndr) per chiedere al presidente di non firmare le proposte di legge. Al grido di “Costituzione, costituzione“, i manifestanti si erano riuniti davanti l’edificio che ospita l’Alta Corte a Varsavia. Ma, nonostante le proteste di massa contro le norme, i ripetuti avvertimenti dell’Unione Europea e gli appelli da Washington, lo scorso 22 luglio il Senato aveva approvato la riforma, che però è stata bloccata dal presidente Duda.