Countdown per la Brexit, ma non c'è accordo con l'Ue

Ore cruciali per la Brexit. Il primo ministro britannico, Theresa May, ha riferito in Parlamento sugli sviluppi dei negoziati per l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. 

Verso un non accordo

Nel Question time odierno alla House of Commons, la leader dei Tories ha detto di non considerare morto il suo programma, noto come piano Chequers, per la conduzione delle trattative con Bruxelles. Sgombrando il campo dalla prospettiva di un secondo referendum, la May ha affermato: “Vogliamo un accordo che attui il mandato popolare sulla Brexit e porti benefici a tutto il popolo del Regno Unito“. Per questo motivo, il primo ministro inglese non intende cedere sulla spinosa vicenda legata al confine dell'Irlanda del Nord. Downing Street chiede a Bruxelles che il backstop – la garanzia richiesta dall'Ue per mantenere aperto il confine tra le due Irlande – sia temporaneo. Una condizione che i vertici europei non sembrano intenzionati ad accettare. D'altra parte, il governo britannico difficilmente riuscirebbe a far accettare una soluzione definitiva che verrebbe percepita da molti come una violazione dell'integrità territoriale del Regno Unito. Per questo motivo, la prospettiva di una Brexit senza l'accordo con Ue si fa sempre più concreto di ora in ora.

Lontani da un'intesa

Michel Barnier, capo negoziatore Ue sul dossier più delicato degli ultimi anni, ha dichiarato che l'accordo è ancora lontano. “Abbiamo lavorato molto – ha detto il politico francese -nelle scorse settimane e negli ultimi giorni per trovare un'intesa complessiva”, ma “dobbiamo prenderci questo tempo con calma, con serietà, per trovare questo accordo globale nelle prossime settimane”. Il tema Brexit sarà in cima all'agenda del vertice tra capi di Stato e di governo dei 27 membri dell'Unione che andrà in scena questa sera e domani. 

La Brexit per gli italiani

La vicenda Brexit preoccupa anche i 700 mila italiani che vivono nel Regno Unito. Le conseguenze dell'uscita di Londra dall'Ue sono state al centro dell'audizione di oggi a Montecitorio dell'ambasciatrice inglese Jill Morris. Alla domanda di Simone Billi, deputato eletto nel Collegio estero, la diplomatica di Sua Maestà ha chiarito che “gli Italiani residenti, o che arriveranno prima del dicembre 2020, avranno diritti garantiti come ad oggi“. Sullo status dei negoziati della Brexit e sulle eventuali conseguenze per gli italiani lì residenti, Jill Morris ha spiegato – come riportato da Billi sul suo sito ufficiale – che “il Regno Unito ha dovuto creare una nuova 'categoria', la Settled Status, per gestire i cittadini che arriveranno dall'Ue” mentrei “per chi c’era da prima della Brexit, basterà scambiare l’attuale Permanent Status con il Seattle Status, anche in modo informatico e senza costi, con richiesta valida fino al giugno 2021“. In conclusione dell'audizione, l'ambasciatrice britannica ha voluto ricordare come il Regno Unito voglia rimanere “un sistema aperto, anche se costruito con più attenzione sui bisogni, le esigenze e le competenze dell’economia inglese” mantenendo “un dialogo e relazioni molto solide e costruttive con il governo italiano.”