Anno giudiziario, Curzio: “Inaccettabili le morti sul lavoro”. Femminicidi “ombra inquietante”

La dichiarazione di apertura dell'anno giudiziario 2023 del primo presidente della Cassazione Pietro Curzio, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Palazzo di Giustizia ,accolto dal Pietro Curzio, Primo Presidente della Corte Suprema di Cassazione, da Carlo Nordio, Ministro della Giustizia – Rappresentante di Governo, e da Luigi Salvato, Procuratore generale presso la Corte Suprema di Cassazione, in occasione dell’Assemblea generale della Corte Suprema di Cassazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2023 e per la relazione sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2022 (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“L’analisi sui dati dell’amministrazione della giustizia in Italia nell’anno appena trascorso conferma il quadro in chiaroscuro già descritto nelle precedenti relazioni” però “si assiste ad un lento ma progressivo miglioramento della situazione”.

Con la solenne dichiarazione di apertura dell’anno giudiziario 2023, il primo presidente della Cassazione Pietro Curzio ha illustrato il ‘bilancio’ della giustizia nell’anno appena trascorso, le prospettive e le criticità. La cerimonia svoltasi alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Curzio: “Continua il processo di riduzione del contenzioso”

Continua il processo di riduzione del contenzioso, tanto nel civile quanto nel penale. Non spetta a noi dare giudizi sulle scelte di politica legislativa che il Parlamento ed il Governo hanno operato. Alla giurisdizione spetta interpretare ed applicare le leggi” sottolinea Curzio parlando delle riforme che hanno interessato “tutti i settori del vasto mondo della giustizia”. “Il programma attuativo originariamente fissato” è stato “modificato, posticipando alcune parti ed anticipandone altre, il che crea motivo aggiuntivo di criticità”, occorre – conclude Curzio – “un periodo di adattamento” e di “rodaggio”.

“Nel corso degli anni Novanta del Novecento gli omicidi in Italia erano circa 1900 ogni anno, in parte cospicua commessi da esponenti della criminalità organizzata”, negli ultimi 5 anni si sono ridotti a 300 e nel 2022 sono stati 310: “si tratta di un dato cruciale perché colloca l’Italia tra i paesi più sicuri in Europa e a fortiori nel mondo”, aggiunge poi Curzio all’anno giudiziario. E sottolinea “l’efficienza del sistema” per cui negli ultimi 30 anni l’accertamento degli autori di omicidi è passato dal 40% degli anni Novanta al 73% del 2016, “percentuale che tende a crescere”.

Femminicidi “ombra inquietante”

“Un’ombra inquietante – sottolinea poi – rimane per il fatto che circa la metà degli omicidi sono avvenuti nell’ambito dei rapporti familiari ed affettivi e una parte molto consistente, 122 su 310, vede come vittima la donna, spesso ad opera del partner o ex partner. Il dato è ormai costante, anche se proprio nell’anno appena concluso in leggera flessione”.

“Rimane inaccettabile il numero delle morti bianche, che anche quest’anno ha superato il livello di 1000 casi, con l’inquietante ritmo di tre morti al giorno”, sottolinea Curzio. Nei primi dieci mesi del 2022, le denunce “sono aumentate del 32,9% rispetto al 2021” e le malattie professionali hanno visto un aumento delle denunce del 10,6%. Questi dati sono una “pesante e grave conferma” della situazione di pericolo e rischio nel mondo del lavoro.

Lotta alla mafia e al terrorismo

Nella lotta al terrorismo e alla mafia ci sono stati “passi avanti evidenti – ha detto Curzio riferendosi a Messina Denaro -, e ne abbiamo avuto conferma di recente con un arresto importante, non solo per contrastare strategie che hanno insanguinato il paese in anni terribili, ma anche nel cogliere mutazioni verso forme altrettanto pericolose, sebbene altrettanto pericolose, sebbene meno visibili, volte ad inquinare settori sani della società civile e dell’economia e ad estendersi verso zone del paese diverse da quelle originarie, come emerge ad esempio dal processo ‘Aemilia”“.

Pinelli: “Trovare sempre una sintesi”

“E’ solo attraverso il quotidiano esercizio del reciproco e franco confronto all’interno dell’Organo di governo autonomo, con animo volto alla composizione di eventuali differenze ideali, che il Consiglio potrà esercitare con equilibrio i delicati compiti affidatigli dalla Costituzione. L’obiettivo sarà quello di trovare sempre una sintesi, nell’interesse esclusivo dei cittadini”: così il neo eletto vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, confermando la sua volontà “di ascolto e di dialogo costante con tutti i componenti del Consiglio Superiore”. “Sento, in questo momento e in questa sede, tutta la responsabilità del compito appena affidato a tutti i nuovi consiglieri, e a me che oggi li rappresento. Sono, e siamo tutti, consapevoli della delicatezza della funzione che siamo chiamati a svolgere: garantire l’autonomia e l’indipendenza dell’ordine giudiziario,pilastrocome ci ha ricordato il Presidente della Repubblicadella nostra democrazia”.

Il Csm affronterà “le sfide, numerose e complesse, del sistema giustizia – ha aggiunto Pinelli -, portando avanti al contempo l’ideale del magistrato che noi riteniamo debba essere perseguito: il magistrato che si distingua per il rigore professionale, per il riserbo in tutti i comportamenti, e per il rispetto della dignità delle persone. L’esercizio del potere giudiziario deve sempre compiersi nel rispetto della sottoposizione alla legge del magistrato e nella piena tutela della dignità della persona”.

Nordio: “Ascoltare tutte le voci del sistema giustizia”

“Ogni futura riforma – ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio all’inaugurazione dell’anno giudiziario -, invece, prima di essere affidata alle valutazioni del Parlamento sovrano, si comporrà attraverso l’ascolto di tutte le voci del sistema giustizia, dall’avvocatura all’accademia e alla magistratura”. Autonomia e indipendenza della magistratura costituiscono “un pilastro della nostra democrazia, garantita dalla Costituzione, come Lei, signor Presidente, ha voluto ricordare solo due giorni fa“, dice il ministro della Giustizia rivolgendosi al capo dello Stato. “Sono principi inderogabili, che hanno accompagnato tutta la mia lunga attività professionale in Procura. Se non avessi creduto e non credessi nella loro sacralità, non avrei rivestito la toga, come spero di aver fatto, con dignità e onore”, ha aggiunto.

Salvato: “Il Paese conservi la fiducia nella giustizia”

“Il Paese conservi la fiducia nella giustizia”. E’ l’auspicio del pg della Cassazione, Luigi Salvato, all’inaugurazione dell’anno giudiziario. A sua volta, la giustizia “recuperi l’efficienza sulla quale i cittadini possono e devono fare affidamento, grazie all’impegno di tanti servitori dello Stato, i quali quotidianamente operano con discrezione, la cui attività non può essere appannata dai comportamenti devianti di alcuni, che vanno perseguiti e sanzionati”. “L’incremento di fiducia e l’efficienza – ha detto – esigono tuttavia un’azione riformatrice attenta alla tutela di tutti gli interessi in gioco, chiara e ordinata”.

Fonte: Ansa