Columbia University, ultimatum ai manifestanti pro-Gaza

Il presidio nell'area del campus universitario dovrà essere smantellato: in caso contrario, scatterebbe la sospensione degli studenti manifestanti

Columbia University
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La Columbia University prende di petto i propri studenti. Nello specifico quelli che, da giorni, hanno allestito un presidio pro-Gaza, con tanto di accampamento nell’area universitaria. La direzione ha infatti invitato caldamente i manifestanti a sgomberare. In caso contrario, scatterebbe la sospensione. Un segnale forte da parte della Columbia, che fa seguito alle pressioni già esercitate dall’ambito politico.

Columbia University, ultimatum ai manifestanti

La direzione della Columbia University ha dato un ultimatum agli studenti accampati nel campus a sostegno dei palestinesi. Lo riporta la Cnn. I manifestanti pro-Gaza hanno infatti tempo fino alle 14 ora locale, le 20 in Italia, per sgomberare oppure saranno sospesi.

In un segnale di un pressing politico in aumento sulla Columbia, 21 deputati democratici hanno scritto al consiglio di amministrazione dell’ateneo chiedendo che la tendopoli degli studenti pro-palestinesi sul campus sia smantellata una volta per tutte. Finora erano stati parlamentari repubblicani a far pressione sui leader dell’università per porre fine alla protesta studentesca. “È ora che l’università agisca con decisione e assicuri la sicurezza di tutti gli studenti sgomberando l’accampamento. Il tempo dei negoziati è scaduto”, hanno scritto i deputati: “La responsabilità ultima spetta al Consiglio di Amministrazione.
Chi non se la sente, si deve dimettere”.

I firmatari

Hanno firmato la lettera, tra gli altri, i moderati Josh Gottheimer e Dan Goldman, l’ex leader della maggioranza Dem alla camera Steny Hoyer e i colleghi Adam Schiff, Dean Phillips, Debbie Wasserman Schultz e Ritchie Torres. La scorsa settimana, con il leader della maggioranza repubblicana alla Camera Mike Johnson in prima fila, numerosi deputati del Gop avevano chiesto le dimissioni della presidente Minouche Shafik che, pur avendo chiamato la polizia sul campus, era stata giudicata troppo debole per gestire la situazione.
Oggi la Shafik ha fatto una dichiarazione impegnandosi a far tenere regolarmente le cerimonie di laurea a dispetto delle proteste sul campus. La presidente ha detto anche che i negoziati con gli studenti sono risultati in un buco nell’acqua: “Purtroppo non abbiamo trovato un accordo su come sgomberare l’accampamento e far rispettare le regole della Columbia”.

Fonte: Ansa