May a Nairobi, trent'anni dopo Thatcher

Ventuno colpi di cannone a salve hanno accolto la premier britannica, Theresa May, al momento del suo sbarco a Nairobi, capitale del Kenya e ultima tappa del suo tour africano che, nei giorni scorsi, l'ha portata prima in Nigeria e poi in Sudafrica. Ha avuto luogo qui il bilaterale del primo ministro del Regno Unito con il presidente kenyota, Uhuru Kenyatta. Era dal 1988 che un premier britannico non metteva piede nel Paese: in quell'occasione fu Margareth Thatcher a far visita all'allora presidente Daniel Toroitich arap Moi. E quello di Nairobi si annuncia un incontro strategico, in quanto May si è confrontata con uno dei più importanti Paesi alleati dell'Africa orientale, con il preciso intento di rafforzare l'intesa in vista dell'imminente uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea. Particolare importanza la rivestirà il tema sicurezza, con l'annunciato rafforzamento dei finanziamenti per la sicurezza negli aeroporti e supporto alla polizia per episodi di violenza contro le donne.

Trent'anni dopo…

A ogni modo, nonostante le premesse sostanzialmente positive (fra i due Paesi è previsto anche un progetto di cybersicurezza per la prevenzione dei rischi online, legati soprattutto alla diffusione di materiale pedopornografico e adescamento online), al presidente kenyota non è sfuggito il gran lasso di tempo trascorso dall'ultima visita di un premier del Regno Unito nel Paese, dicendosi lieto che Theresa May abbia trovato il tempo di visitare il Kenya interrompendo un'attesa lunga 30 anni. Kenyatta ha spiegato di essere onorato che la premier abbia accettato il suo invito, per vedere la realtà di uno Stato (e di un continente) che “è radicalmente cambiato da quando un primo ministro britannico vi si è recato”.

Kenyatta: “Non guardo al passato”

Ampio spazio, nel discorso di Kenyatta in conferenza congiunta con May, è stato dedicato al dimissionario ministro degli Esteri Boris Johnson, sul quale il presidente ha ironizzato tentennando sul nome e chiamandolo “il ragazzo delle biciclette”, strappando un sorriso anche al primo ministro. L'ex foreign secretary è stato ricordato per la sua visita in Africa dello scorso anno, quando un cronista ha chiesto al presidente kenyota se ricordasse l'ultimo rappresentante britannico a essersi recato nel Paese. A ogni modo, Kenyatta ha spiegato di non volersi soffermare tanto sui 30 anni trascorsi dalla visita del ministro Thatcher, quanto più sul futuro che attende i due Paesi a partire dalla visita di Theresa May e dagli accordi che ne seguiranno: “Credo che ciò non faccia altro che rafforzare la capacità dei nostri due Paesi e dei sistemi legali di essere in grado di lavorare insieme per garantire che qualsiasi risorsa che possa essere stata acquisita nel Regno Unito – associata alla corruzione o qualsiasi altro reato – sia restituita con successo e messo in uso per il bene del popolo della repubblica”.