Il piano di Facebook per “blindare” le elezioni Usa

Facebook non dimentica. Manca un anno alle elezioni presidenziali americane e il colosso americano non ha nessuna intenzione di ripetere gli errori  della campagna del 2016. Facebook è da anni nell'occhio del ciclone, con il fondatore Mark Zuckerberg costretto più volte a difendersi anche in Congresso, dopo lo scandalo di Cambridge Analytica, la società a cui sono stati affidati senza consenso i dati di decine di milioni di utenti per utilizzarli per scopi politici.

Libertà di parola

Così il più famoso social media al mondo ha messo a punto protocolli di sicurezza e trasparenza che vanno dalla difesa degli account dei candidati e dei partiti alla strettissima sorveglianza della rete per proteggere il processo democratico del voto da interferenze straniere e disinformazione, dichiarando guerra a fake news e falsi account. “Abbiamo la responsabilità di fermare ogni abuso e interferenza sulla nostra piattaforma”, spiega il gruppo di Zuckerberg “attraverso il lavoro di una vera e propria war room”, già sperimentata per alrto per le elezioni di metà mandato nel 2018. I cardini del piano messo a punto nel quartier generale di Menlo Park, spiega Ansa, sono la lotta alle interferenze straniere con un programma in grado di individuare i cosiddetti 'bad actors' che agiscono nella rete, l'aumento della trasparenza delle pagine e della pubblicità, una severissima stretta su ogni forma di disinformazione e sui contenuti d'odio. L'altro colosso social, Twitter, ha deciso di risolvere il problema in maniera drastica vietando gli spot pubblicitari di carattere politico alle prossime elezioni americane. Ma per Zuckerberg non è questa la strada giusta da seguire, perchè – sostiene il fondatore di Facebook – vietare la pubblicità politica vuol dire censurare la libertà di parola e di espressione.