Tutela dei deboli e rispetto dei diritti: il ruolo svolto dalla Chiesa

Uguaglianza
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I diritti umani rappresentano la colonna portante di una società giusta e inclusiva, in quanto garantiscono che ogni persona sia trattata in modo equo, gli siano offerte pari opportunità e sia protetta da ogni possibile forma di discriminazione. In particolare, tale tipologia di diritti, riducendo le disuguaglianze e promuovendo la coesione sociale, contribuiscono a creare una comunità più coesa e ricca di valori, indipendentemente dalle condizioni particolari o alle fragilità di ognuno. Nella storia della Chiesa, il linguaggio della tutela dei diritti nell’accezione contemporanea del termine inizia a svilupparsi con l’Enciclica Rerum Novarum di Papa Leone XIII e prosegue il suo cammino nel corso del Concilio Vaticano II in cui, la Chiesa stessa, si è resa promotrice dei diritti umani in forza del Vangelo affidatole, attraverso un costante dialogo teso a promuovere, ad ogni livello, la dignità della persona e lo sviluppo integrale dell’umanità.

Giungendo alla contemporaneità, in una società sempre più polarizzata dove emergono costantemente nuove fragilità e conflitti sociali, la Chiesa svolge un ruolo sempre più importante per la tutela dei più deboli e per sensibilizzare l’umanità nel rispetto dei diritti sociali all’insegna della fraternità umana. Papa Francesco, nel corso del suo pontificato, ci ha sempre ricordato l’importanza dell’essere prossimi che dovrebbe essere alla base di ogni società umana. Nel 2015, ad esempio, in occasione della Giornata mondiale della Pace, ci invitava ad opporci alla “globalizzazione dell’indifferenza” nei confronti del nostro prossimo e del Creato. Questo messaggio, in una società come quella di oggi, ancora più lacerata e attraversata da diversi conflitti, è stato richiamato in altre forme anche nell’esortazione apostolica “Laudate Deum” che ci ha invitato ad agire senza indugio per tutelare la nostra “Casa comune” nella sua interezza.

L’evoluzione dei diritti umani e sociali quindi, presuppone una tutela a 360 gradi, partendo dal singolo per poi lambire tutta la nostra “famiglia umana” e l’ambiente in una visione globale della fragilità finalizzata a includere ognuno nella società in base alle proprie potenzialità e legittime ispirazioni. Questa tipologia di diritti, in base all’esempio portato avanti dalla Chiesa, deve essere salvaguardata partendo dal presupposto fondamentale dell’universalità e oggettività, tutelando la vita in ogni sua forma.