Il rispetto dell’altro per non fermarsi mai alle apparenze

Oggi al mare una ragazzina che si trovava con l’ombrellone accanto al mio si è praticamente cambiata il costume davanti a me e la cosa mi ha dato fastidio.
Mah! Ho detto a mia moglie. In questa nostra società non si capisce più niente. Sempre pronto anche io ad esprimere giudizi.

Poi dopo un po’ l’ho vista alzarsi a fatica dalla sdraio e dirigersi verso il mare, aiutata dalla mamma che mi ha sorriso con dolcezza e solo allora ho capito che la ragazzina aveva un handicap e la mamma, amorevolmente, l’ha accompagnata a fare il bagno. Dentro di me ho capito ancora una volta la pochezza della nostra umanità. Siamo sempre pronti ad esprimere giudizi, a condannare. E non vediamo più lontano del nostro naso.

Ho pensato a quanta pazienza ha Dio verso noi uomini. Ci ha dato un mondo perfetto e noi ci sforziamo ogni giorno di danneggiarlo. Ci ha dato un’intelligenza per migliorarlo. E ci ha dato alcuni consigli su come vivere bene tra noi esseri umani. Che altro sono i Dieci Comandamenti se non esortazioni che ci potrebbero aiutare a vivere meglio e a godere appieno di questa nostra umanità, tutti insieme?

Io sono il Signore, Dio tuo. Uno è il Signore, per tutti uguale comunque Lo si chiami. Non perdere tempo a crearti idoli di terracotta, a leggere oroscopi, a scrutare sole o stelle. Dio è uno e Lo puoi scoprire da qualsiasi parte dell’universo. Ama il prossimo tuo come te stesso.
Se solo riuscissimo ad avvicinarci all’altro amandolo come noi stessi non ci sarebbero invidie, gelosie, guerre. Ci preoccuperemmo dell’altro come di noi stessi. Ama tuo padre e tua madre. Sono loro che ci hanno dato la vita. Non una vita, ma la vita. E nel mistero del loro amore quella vita è eterna perché ci hanno donato un corpo ed un’anima, aderendo così al disegno di Dio e facendoci entrare nel suo Amore infinito.

Non giudicare. Quanta vergogna ho provato oggi nel sorridere a quella ragazzina in difficoltà che avevo giudicato male e che avevo criticato mentre con mia moglie facevo pranzo.

Se solo cercassimo di entrare nei pensieri e nei problemi dell’altro, quanto sarebbe migliore questo nostro mondo?

Non uccidere. Il Signore non ci dice: non uccidetevi tra di voi. Dice: non uccidere! Non uccidere qualsiasi alito di vita che fa parte di questo universo. Non uccidere la farfalla che ti vola vicino e si posa allegramente, sbattendo le ali, sulla tua spalla. Non uccidere quell’uccellino che viene a cantare sul davanzale della tua finestra al mattino e che la sera prima di nascondersi nel fogliame si diverte a giocare zampettando da una parte all’altra del prato. Non uccidere quel cagnolino che ti guarda con un amore smisurato e che quando gli dici “usciamo?” comincia a saltellare di gioia da una parte all’altra della casa e appena in auto si accovaccia sulle gambe di tua moglie e continua a guardarti innamorato. Non rubare! Che te ne fai delle tante ricchezze di questa terra? Che gioia avrai nell’essere considerato il più ricco del camposanto, quando alla fine ti sarà necessaria solo la corona del Rosario per presentarti davanti a Dio con quel corpo terreno che in poco tempo si dissolverà?

La mia giornata al mare finisce così, con queste riflessioni. Mentre raccolgo le mie cose guardo la mamma e la ragazzina che restano a godersi un’altra ora di sole in questo nostro mare oggi così azzurro e sorrido loro, salutandole. Anche se parlano in lingua tedesca ricambiano il mio saluto. Il sorriso ha un linguaggio universale. Dentro di me, guardando la ragazza, aggiungo sottovoce: perdonami.