Malattie infettive nei film: un utile spunto di riflessione

I sintomi delle malattie infettive possono essere molto diversi a seconda dell’agente patogeno alla loro base. Le malattie infettive sono la conseguenza del contatto tra batteri, virus, funghi o parassiti e l’organismo umano. La trasmissione può avvenire per contatto da persona a persona, attraverso punture o morsi di vettori, ingestione di acqua o alimenti contaminati. In numerosi film compaiono le malattie infettive e la loro uscita nelle sale ha rappresentato, al di là del loro successo, una utile occasione di riflessione anche per un pubblico di non addetti ai lavori su tutte le problematiche, spesso complesse, che essi suscitano.

Per esempio nei film Cassandra Crossing (1976, di George Pan Cosmatos) e Contagion (2011, di Steven Soderbergh), la malattia infettiva viene attribuita a un agente letale, a grande diffusione, la cui misteriosa origine aumenta il pathos della narrazione, mescolando elementi di fantasia e di realtà. In questi casi è l’alone di mistero creato attorno alla malattia infettiva a generare grande coinvolgimento nello spettatore. Per rimanere sul tema delle malattie gravi, questa volta dei nostri giorni, si ricordano i fi lm Ebola Syndrome (1996, di Herman Yau), Outbreak – Virus letale (1995, di Wolfgang Petersen) e Ebola Zombies (2015, di Samuel Leong), che si ispirano a una malattia che genera grande allarme come l’Ebola, ben nota allo spettatore per l’ampia risonanza che ricevono nei mass media le periodiche riaccensioni di focolai epidemici in Africa, l’ultimo dei quali particolarmente devastante nel 2014-2016.

L’influenza è stata anch’essa protagonista di alcuni film, come San Francisco in the time of Spanish flu (1918) che aveva intenti dichiaratamente documentaristici, e The Flu – Il contagio (2013, di Kim Sung-su) dove elementi fantastici si mescolano alla realtà: si ipotizza che il virus dell’aviaria H5N1 acquisisca una maggiore virulenza causando malattia e morte. Sempre in tema di influenza, nel film Awakening – Risvegli (1990, di Penny Marshall) i pazienti che presentavano esiti dell’encefalite di von Economo (contratta durante la pandemia influenzale di spagnola del 1918-1919), sperimentano nel 1969, a distanza di cinquant’anni dal contagio, l’efficacia del farmaco L-dopa, somministrato nel tentativo di risvegliarli dallo stato catatonico in cui la malattia li aveva lasciati. Anche in questo caso, la malattia rappresenta solo lo spunto iniziale per una riflessione di più ampio respiro sull’efficacia delle terapie, gli inevitabili effetti collaterali e la qualità di vita che questi pazienti presenteranno dopo il risveglio. La tubercolosi, definita da Manzoni «lento morbo», che ha segnato profondamente la società nel XIX secolo e nella prima metà del XX, fa da sfondo ai fi lm The Others (2001, di Alejandro Amenábar), dove causa la morte di alcuni protagonisti in una vicenda inquieta e oscura, Elina (2002, di Klaus Härö) e Inverno di malato (1983, di Carlo Lizzani). In quest’ultimo film, tratto dal romanzo omonimo di Alberto Moravia, si fa riferimento alle vicende umane che si svolgono in un sanatorio con un’ambientazione che richiama al libro di Thomas Mann, La montagna incantata. Va anche ricordata una malattia, oggi scomparsa grazie alla vaccinazione, la poliomielite, che nel fi lm The Sessions – Gli incontri (2012, di Ben Lewin), affronta il problema della sessualità del disabile rappresentato, in questo caso, da un paziente reso paralitico fin dall’infanzia dalla poliomielite e costretto a vivere nel polmone d’acciaio.

A volte nei film si fa riferimento alle malattie infettive non solo in termini di pericolosità e gravità, ma anche per la repulsione che esse possono suscitare. È il caso della lebbra che affligge il “re lebbroso” Baldovino IV, ultimo re di Gerusalemme, nel film Kingdom of Heaven – Le crociate (2005, di Ridley Scott). In questo caso la lebbra viene efficacemente rappresentata attraverso l’immagine della maschera sul volto sfigurato del re. In Brancaleone alle crociate (1970, di Mario Monicelli) la repulsione che la lebbra genera nelle persone viene sfruttata per nascondere l’identità della bellissima principessa Berta di Avignone che, come i lebbrosi, veste il tipico abito che ricopre tutto il corpo, volto compreso, e utilizza il campanello per allontanare le persone. C’è anche qualche nota positiva per le malattie infettive. Nel film di fantascienza The Wars of the Worlds – La guerra dei mondi (1953, di Byron Haskin) e nel successivo remake (2005, di Steven Spielberg), virus e batteri salvano la civiltà umana distruggendo gli invasori alieni, fino a quel momento invincibili, dal momento che non erano immuni nei confronti delle malattie da essi provocate.