Le macchine sostituiranno i lavoratori?

Inaugurato a Seattle il primo supermercato di Amazon, il colosso del commercio on line di beni di consumo. Sfruttando le potenzialità tecnologiche dei moderni applicativi, è possibile entrare nel punto vendita con il semplice sfioramento dei vostri smartphone divenuti ormai terzo occhio sul mondo, reale e virtuale.

Dopo questo primo passaggio obbligato si ha accesso libero alla panoplia di prodotti pret a porter che una volta scelti, possono essere riposti direttamente in busta saltando il momento lungo e noioso della fila alle casse. Sensori, microcamere e onde radio, governati da complessi algoritmi, si occupano di addebitare sul vostro conto corrente gli acquisti fatti e addirittura di riformulare il calcolo qualora si cambiasse idea rimettendo il prodotto al suo posto sullo scaffale.

Insieme alle casse, da AmazonGo (così si chiama il supermercato) spariranno così anche i cassieri, sostituiti gradualmente da macchine sempre più specializzate. Il cassiere è ormai diventato una sorta di automa che si limita a strisciare migliaia di codici a barre su un lettore ottico, limitando il grosso della sua prestazione lavorativa a questa sola azione biomeccanica.

La nuova era delle macchine intelligenti è stata descritta da molti analisti come una nuova rivoluzione che stravolgerà ulteriormente il mercato del lavoro. Interi comparti di mano d’opera sono destinati a scomparire per essere sostituiti da moduli stilizzati di alluminio e silicio che garantiscono e garantiranno sempre di più, massima produttività ed efficienza, liberando tanti uomini e donne dal fardello di lavori faticosi e ripetitivi. Ma per fare cosa, in alternativa, non si è ancora capito. Nel caso del primo supermercato take and go di Amazon, i responsabili sostengono che l’avvicendamento uomo macchina non sarebbe a somma zero, in quanto i furono cassieri saranno destinati ad altra non specificata mansione.

Il caso in questione è emblematico poiché rappresenta forse per la prima volta nitidamente, la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova era della quale, tuttavia, non si riconoscono i confini immaginabili. Quando però si oltrepassa addirittura la fantasia, si rischia di cadere in uno stato di ansia generalizzato dove non trova spazio neppure una flebile speranza consolatrice. Se fino ad oggi una delle critiche sollevate al modello capitalistico disumanizzante era quello di invadere il mondo di prodotti utili unicamente a colmare i vuoti esistenziali dell’individuo moderno disorientato, alla luce dei nuovi scenari è difficile comprendere da cosa o da chi sarà compensato il gap tra domanda e offerta determinato dalla sostituzione degli umani con le macchine intelligenti che per definizione, non mangiano, non bevono e non hanno vezzi culturali.

Le nuove tecnologie declinate dal nuovo paradigma dell’intelligenza artificiale stanno stravolgendo usi e costumi di intere comunità nelle quali il lavoro sta diventando un miraggio. Di questo passo è prevedibile una situazione globale con tante persone sfaccendate e senza troppi motivi per dare senso alla giornata. Non c’è tuttavia motivo per disperare. Presto le macchine saranno anche in grado di consolare i patemi di un’anima che si vuole a tutti i costi razionalizzare, ma che mai potrà essere governata meccanicamente dalle leggi di qualche algoritmo intelligente.