Integrazione e inclusione: le differenze che bisogna sottolineare

Le persone con disabilità e le loro famiglie devono poter vivere una vita in cui poter realizzare le loro aspettative e ispirazioni. Partendo da questo fondamento le istituzioni, il Terzo Settore e il mondo del volontariato devono assicurare e introdurre tutte le azioni di supporto necessarie in cui, ogni attore coinvolto, deve svolgere la propria parte senza riserve. Ci sono però delle differenze tra alcuni concetti cardine che bisogna sottolineare, ad esempio quella che sussiste tra integrazione e inclusione. La prima pone fisicamente insieme le persone, ma non sempre concede le medesime possibilità di essere, fare e desiderare. La seconda invece, consente a tutti, senza distinzione, in ogni luogo, tempo e in qualsiasi situazione di essere cittadini e cittadine senza preclusioni di sorta. L’inclusione trova compiuta attuazione solo nella società nel suo complesso. Pertanto, non è sufficiente integrare le diversità, si deve formare ad esse, fare spazio alla ricchezza delle differenze e dare loro la possibilità di fare, ma soprattutto di essere.

Infine, per raggiungere la piena inclusione, soprattutto in questo periodo storico molto difficile dove sono emerse e stanno emergendo nuove fragilità, occorre che, la presa in carico delle persone con disabilità e delle loro famiglie, venga effettuata a 360 gradi, seguendo quanto ci è stato indicato dai precetti contenuti nella Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità. Solo agendo in totale sinergia però, si arriverà alla totale inclusione e, la medesima, dovrà essere perseguita con l’intento di mettere la fragilità al centro di ogni decisione presente e futura. Così facendo diventeremo una società migliore e più attenta alle esigenze dei più deboli.