Come nacque la “Via Crucis”

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Durante la quaresima, tra i tanti riti che hanno luogo nelle chiese e nelle comunità parrocchiali, sicuramente un posto di rilievo è riservato soprattutto il venerdì, alla pia pratica della “Via Crucis”. E’ un rito, che coinvolge i fedeli a ripetere, attraverso quattordici stazioni, la strada che Gesù, portando la croce ha percorso dal momento della condanna, da parte di Pilato, fino al Golgotha. Alla fine del IV secolo, la pellegrina Eteria, una scrittrice romana, autrice tra l’altro di un Itinerarium, in cui racconta il suo viaggio nei luoghi santi della cristianità, ci dà notizia di tre edifici sacri eretti sulla cima del Golgota. E ci informa della processione che in certi giorni si snodava da due di esse, più precisamente dall’Anastasis al Martyrium. Non si trattava, per la verità, di una Via Crucis o di una Via Dolorosa. Come non lo era quella sorta di cammino attraverso i santuari di Gerusalemme, che riportano le varie “cronache di viaggio” dei pellegrini dei secoli V e VI.

Dal 1342 i frati Minori Francescani, che avevano la custodia dei Luoghi Santi della Palestina, cominciarono a diffondere questa pratica, inizialmente con una serie di dodici quadri. L’impulso maggiore a questo rito del venerdì, lo si deve al francescano Leonardo da Porto Maurizio (1676-1751), proclamato santo da Pio IX (1846-1878) nel 1867. Papa Clemente XII (1730-1740) nel 1731 estese questo sacro rito anche alle altre chiese, mantenendo il privilegio della sua istituzione al solo Ordine francescano. Il 17 dicembre del 1749, alla vigilia dell’apertura dell’Anno Santo del 1750, Benedetto XIV (1740-1758), permise la realizzazione delle 14 stazioni all’interno dell’anfiteatro Flavio.

Per volontà dello stesso pontefice, il 19 settembre del 1756, il Colosseo viene consacrato alla memoria della Passione di Cristo e dei martiri. Per oltre un secolo, fino all’Unità d’Italia, il Colosseo fu teatro di questo rito che vedeva ripercorrere la Passione di Cristo, in tale occasione, vennero erette 14 edicole rappresentanti altrettante stazioni e una grande croce al centro dell’anfiteatro. Con la presa di Roma del 1870, tale tradizione venne interrotta: il papa restava chiuso in Vaticano e le edicole e la croce furono rimosse. C’è da ricordare per la cronaca che già nel 1714 intorno al Colosseo erano state erette delle edicole, a cura del frate carmelitano Angelo Paoli (1642-1720) poi beatificato da Benedetto XVI nel 2010.

Mentre si definivano i dettagli del Concordato tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica, nel 1926, la croce tornò al Colosseo, non al centro ma di lato dove si trova tuttora. Nella Pasqua del 1959, Giovanni XXIII (1958-1963), il venerdì santo, riprese l’antico rito della “Via Crucis” al Colosseo, ma sarà il suo successore Paolo VI (1963-1978) a rendere annuale questa consuetudine e proprio la Via Crucis del 1965 fu la prima diretta in Eurovisione della Rai. Col passar degli anni i vari pontefici che sono saliti al soglio di Pietro, hanno continuato, dando ancora maggior rilievo e importanza a quest’antica pratica di quaresima, e lo testimoniano le migliaia di fedeli e pellegrini che ogni anno assistono in particolare al ricordo della Passione di Gesù, nella splendida e unica cornice del Colosseo.