Papa Francesco: “La messa è gratuita, non si paga”

La messa non si paga, è gratuita” perchè “il sacrificio Cristo è gratuito”. Papa Francesco chiarisce una volta per tutte come i fedeli devono comportarsi quando in una parrocchia c'è un “tariffario” per le intenzioni delle Sante Messe, in particolare per quelle dei defunti: “Padre quanto devo pagare perché il mio nome venga detto lì? Niente – prosegue a braccio -. Capito questo? Niente. La messa non si paga, la messa è il sacrifico di Cristo che è gratuito. Se tu vuoi fare l'offerta falla, ma non si paga“. In un Aula Paolo VI gremita da migliaia fedeli (ben 11 mila) provenienti da ogni parte del mondo, il Pontefice prosegue la catechesi sulla Santa Messa, incentrando la sua meditazione sulla Preghiera Eucaristica, ovvero l'orazione durante la quale il pane e il vino diventano il Corpo e Sangue di Gesù. Una preghiera, fa notare il Papa “che si pronuncia nella lingua che la gente capisce; l'azione dello Spirito Santo e l'efficacia delle stesse parole di Cristo proferite dal sacerdote, rendono realmente presente, sotto le specie del pane e del vino, il suo Corpo e il suo Sangue”. E precisa: “Gesù è stato chiarissimo: 'questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue'. E' Gesù stesso che ha detto questo. Non dobbiamo fare pensieri strani, è così. E' il mistero della fede”. 

Gli atteggiamenti dei discepoli

Per il Santo Padre, “questa Preghiera centrale della Messa ci educa, a poco a poco, a fare di tutta la nostra vita una 'eucaristia', cioè un'azione di grazia”. Infine, si sofferma sugli atteggiamenti che non dovrebbero mai mancare nei discepoli di Gesù: “Primo, imparare a 'rendere grazie, sempre e in ogni luogo', e non solo in certe occasioni, quando tutto va bene; secondo, fare della nostra vita un dono d'amore, libero e gratuito; terzo, costruire la concreta comunione, nella Chiesa e con tutti”.

“Chiese aperte”

Ricorda poi che venerdì prossimo, nella Basilica di San Pietro, presiederà la liturgia penitenziale per la tradizionale 24 Ore per il Signore. L'augurio del Pontefice è che “le nostre chiese possano rimanere aperte a lungo per accogliere quanti vorranno prepararsi alla Santa Pasqua, celebrando il sacramento della Riconciliazione, e sperimentare in questo modo la misericordia di Dio“.

“Le Paralimpiadi favoriscano giorni di pace”

Il suo pensiero va poi all'estremo oriente, dove tra due giorni si apriranno i Giochi paralimpici invernali di PyeongChang, in Corea del Sud: “Queste hanno mostrato come lo sport può tendere ponti tra Paesi in conflitto e dare un valido contributo a prospettive di pace tra i popoli” aggiunge Francesco, secondo il quale “i Giochi paralimpici, ancora di più, attestano che attraverso lo sport si possono superare le proprie disabilità”. E prosegue: “Gli atleti e le atlete paralimpici sono per tutti esempio di coraggio, di costanza, di tenacia nel non lasciarsi vincere dai limiti. Lo sport appare così una grande scuola di inclusione, ma anche di ispirazione per la propria vita e di impegno a trasformare la società”. Infine il saluto al Comitato paralimpico internazionale, agli atleti e alle atlete, alle autorità e al popolo coreano: “Assicuro la mia preghiera perché questo evento possa favorire giorni di pace e di gioia per tutti”.

Il saluto ai fedeli in basilica

Terminata l'Udienza, il Papa si reca nella basilica di San Pietro per salutare i pellegrini che non hanno trovato posto nell'Aula Polo VI: “Oggi si pensava ci fosse la pioggia: ma chi capisce Roma? Il clima di Roma è così. Per questo siamo qui“, scherza. E aggiunge: “Grazie per la vostra pazienza e le vostre preghiere. Io so che pregate per me, è vero questo? Continuate a pregare per me”. “Adesso, prima di salutarvi, vi do la benedizione: per voi, le vostre famiglie e tutte le cose che avete nel cuore”, prosegue a braccio. Poi il giro a piedi lungo tutti i settori della basilica, stringendo mani, dispensando carezze e abbracci, in particolar modo ai più piccoli, e scattando anche qualche selfie