Virus, Conte: “Chiudere ogni attività produttiva non necessaria”

Il Presidente del Consiglio in diretta Facebook chiede agli italiani di rispettare le regole:”dobbiamo resistere”

“Chiudere ogni attività produttiva non necessaria”. E’ quanto ha dichiarato il premier Giuseppe Conte in diretta Facebook rivolgendosi agli italiani.

“E’ la crisi più difficile che il Paese sta vivendo dal secondo dopoguerra. La morte di tanti concittadini è un dolore che si rinnova ogni giorno – ha detto – Quelle messe in atto sono misure severe, ne sono consapevole, ma non abbiamo alternative. In questo momento dobbiamo resistere, perché solo così riusciamo a tutelare noi stessi. Sono misure che richiedono tempo affinché possano mostrare il loro effetti”. “Rallentiamo il motore produttivo del Paese ma non lo fermiamo. Non è una decisione facile, ma si rende necessaria oggi per poter contenere quanto più possibile la diffusione dell’epidemia. Saranno assicurati i servizi essenziali, ma non consentiremo attività non rilevanti. È una decisione non facile di rallentare l’attività produttiva del Paese. A voi tutti dico: lo Stato c’è, lo Stato è qui. Mai come ora la nostra comunità deve stringersi forte attorno alla vita. Uniti ce la faremo“.

Galli (Sacco): “Ci siamo accorti dell’epidemia in Lombardia con 3 o 4 settimane di ritardo”

“Quando ci siamo accorti dell’epidemia in Lombardia i cavalli erano scappati dalla stalla da almeno 3 o 4 settimane, questo faceva sì che avessimo una massa di infezione molto rilevante e che riuscissimo a seguire tutti i contatti come a me sarebbe molto piaciuto dal punto di vista della correttezza epidemiologica. La notte tra il 20 e il 21 febbraio è stata la notte della rivelazione: io ancora mi rimprovero di aver cullato l’illusione ancora fino al 20 che ci fosse andata bene, avevamo chiuso i voli… Non potevamo sbagliarci di più”. Lo ha detto Massimo Galli, direttore del reparto Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, intervenuto a “Petrolio”, su Rai2.

Bardi a Conte: fermare esodo dalla Lombardia verso la Basilicata

Il premier Giuseppe Conte fermi l’esodo dalla Lombardia verso la Basilicata. A chiederlo è il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, in un lettera al presidente del Consiglio. “È di poco fa la notizia che il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha chiuso per motivi precauzionali ulteriori attività produttive. È una scelta che mi sento di condividere, ma Le devo dire con franchezza che questo tipo di ordinanza pone dei serissimi problemi al precario equilibrio che da tempo abbiamo messo in campo per combattere questo terribile virus“. E sottolinea: “Il mio appello va innanzitutto alle autorità di governo. Si prendano tutte le misure per impedire che una possibile e probabile ondata di lavoratori provenienti dalla Lombardia venga senza nessun controllo nelle nostre città. Questo provocherebbe un probabile allargamento del virus nelle nostre popolazioni”. “Il secondo appello che mi sento di fare ai lucani che per motivi di lavoro sono in Lombardia: vi prego – scrive Bardi- se avete a cuore la vostra salute e quella dei vostri cari, di rimanere dove siete e di non tornare qui. Allo stato non vi sono altre alternative”. Nel frattempo Bardi chiederà “ai prefetti di Potenza e Matera di attuare tutte le procedure previste dalla legge per il riconoscimento di quanti provengono da queste zone”.

Coronavirus: Bernini (FI), troppi morti. Chiudere tutto

793 persone, 793 italiani, 793 nonni, padri, madri, figli. Tanti, troppi. Faccio un appello al Governo perché ascolti finalmente il grido di dolore degli amministratori locali e dei Presidenti Attilio Fontana, Luca Zaia, Alberto Cirio e decida di chiudere tutto quello che è possibile. Non è più tempo della prudenza o di nuovi continui decreti. Siamo in guerra e stiamo avendo troppe perdite. Noi di Forza Italia siamo responsabilmente a disposizione ma il Governo ci ascolti”. Così in un messaggio su Facebook Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia.

Furlan (Cisl): “Sospendere attività non indispensabili”

“Abbiamo chiesto al presidente del Consiglio Conte di sospendere temporaneamente tutte le attività produttive non indispensabili e non necessarie in tutto il Paese per prevenire il contagio”, sottolinea la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, dopo l’incontro con il governo e le imprese. “Vanno salvate le filiere agroalimentari, la farmaceutica con la produzione delle mascherine e agli altri dispositivi, definendo bene nei servizi quali attività essenziali sono indispensabili, questo vale per i trasporti, per le telecomunicazioni, per le poste, per le banche. Va poi lasciata ai prefetti nelle zone di maggior contagio, la scelta di varare misure più restrittive in accordo con le amministrazioni locali. Il Governo si è riservato di decidere nelle prossime ore, abbiamo chiesto anche un fondo di garanzia per garantire la necessaria liquidità alle imprese“.

Landini: Governo eviti che la paura diventi Rabbia

“Come ha finora fatto chiediamo al Governo un atto di responsabilità: evitare che la paura della gente si trasformi in rabbia. Per questo vanno chiuse tutte le attività che non sono necessarie!”. Lo scrive il segretario della Cgil, Maurizio Landini su Twitter. “Va fatta – spiega Landini – una norma generale e ci vogliono anche disposizioni di salvaguardia ovvero usare il buon senso di chi gestisce. Alle imprese va data la necessaria liquidità per resiste e pagare,quando riapriranno, lavoratori e fornitori”. “Dovremo anche pensare – prosegue – a come dare forza ai nostri settori strategici mettendo in campo sia un ragionamento sulle filiere strategiche sia fondi ad hoc che le supportino. Dobbiamo dare il messaggio che ciò che oggi facciamo è per vincere la guerra contro il Covid19 ma che abbiamo già in mente il futuro. Dobbiamo valorizzare in tutti settori il lavoro a distanza. E dobbiamo anche essere in sintonia con l’andamento dell’epidemia e, ancor più importante, con il sentimento delle persone. Questo significa che le misure devono essere prese su tutto il territorio nazionale perché in quelle che ancora sembrano situazioni meno preoccupanti dobbiamo prevenire prima che peggiorino”.

Confapi: ok a chiusura attività

“Oggi più che mai dobbiamo essere un Paese solo, la salute è un bene comune che va tutelato a Nord come a Sud. Perciò in nome della responsabilità e dell’unità di intenti nella lotta al Coronavirus, concordiamo nel chiudere tutte le attività lasciando ovviamente aperte le aziende veramente strategiche e delegando ai Prefetti il compito di verificare l’attuazione di queste disposizioni e tutte le particolari esigenze”. Così il presidente di Confapi, Maurizio Casasco, al termine della videoconferenza con il presidente Conte e le parti sociali.

Confindustria: ascoltare comunità scientifica

Seguire le indicazioni della comunità scientifica nelle misure di contenimento che vorranno indicare anche sotto il profilo della loro intensità e applicazione territoriale: è tra le indicazioni che Confindustria ha espresso al Governo nella videoconferenza di oggi con associazioni di imprese e sindacati. L’associazione degli industriali ha anche chiesto di assicurare alle imprese tutta la liquidità di cui hanno bisogno per superare la fase transitoria, in caso di chiusura volontaria o meno, attraverso un fondo di garanzia che riguardi piccole, medie e grandi aziende. E ha chiesto che quando sarà superata la crisi e per favorire la ripresa i debiti così contratti possano essere restituiti in 30 anni. Tra i punti sottolineati c’è anche l’esigenza di prevedere un meccanismo flessibile di valutazione che includa tra le imprese strategiche anche quelle funzionali alle imprese essenziali.