Imparare a vedere bene come il cieco guarito da Gesù

Le cose accadono. Non abbiamo nessun potere sul loro corso. Se sono gravi, ci stravolgono, cambiano la nostra vita e possono anche, come in questo tempo particolare, stravolgere completamente, da una settimana all’altra, la vita di ciascuno e del mondo. Accade così: siamo disarmati, fragili. Se le cose che accadono sono di poco conto, possiamo provvedere da noi, ma se sono grandi ci lasciano inermi.

Ma sappiamo bene dalla nostra esperienza che il fare da sé non basta; certo, è necessario, ma solo per sopravvivere. Chi vuole vivere consapevolmente e con dignità tende verso qualcosa di più: vuole comprendere il senso e capire l’utilità di ciò che ci capita. Più la cosa è grande e incide sulla nostra vita, più si moltiplicano le domande intorno al senso : “perché ?”

Per capire bene una cosa la si deve guardare. Per capire la dinamica, il motivo per cui le cose accadono, è necessario osservarle bene e collocarle nel giusto contesto cioè possibilmente quello pieno, integrale. Tuttavia non è facile avere un simile punto di vista quando si è sotto la pressione di avvenimenti improvvisi e stravolgenti. Dobbiamo reagire e concentrarci sulle cose essenziali, fondamentali. In primis si ha la necessità di salvare la vita e la pace. Doverci concentrare su questo non aiuta né a vedere bene, né a riflettere sul senso. Si fanno strada dentro di noi impressioni e pensieri parziali, emozionali. La potenza con cui dirompono gli avvenimenti ci acceca, e fa sì che così aumenti la nostra sofferenza e frustrazione.

Svolgiamo questa riflessione alla luce del Vangelo che da secoli la Chiesa propone per la quarta Domenica di Quaresima e nel quale leggiamo il racconto del cieco guarito da Gesù. A lui non sono accadute cose speciali. Non vedeva dalla sua nascita e tutta la sua vita era stata un susseguirsi di accadimenti poco piacevoli proprio in virtù del fatto che le sue facoltà fisiche non potevano funzionare pienamente. Per fortuna, ad un certo momento, gli accade d’incontrare Gesù – nel contesto del suo dibattito coi suoi avversari. E in quell’incontro, probabilmente con sua grande sorpresa, questo cieco viene guarito. D’un lato la sua vita cambia totalmente: ora può viverla pienamente; dall’altro improvvisamente, si trova al centro di una disputa molto scottante. È una disputa sul senso – e, più precisamente, su Gesù e sulla sua missione. Una disputa essenziale e drammatica. Quando accadono cose che cambiano il nostro mondo, mettono in dubbio tutto ciò che fino a quel momento sembrava sistemato. Così questi avvenimenti provocano tante domande, tante dispute. Si scopre che non riusciamo a capire. E non possiamo capire, perché non vediamo bene, soprattutto la complessità e la grandezza delle cose. Sono troppe, troppo disturbanti per farci ben vedere.

È molto interessante il contesto di questa guarigione. Il cieco sembra l’unico che approfitta del dibattito. La tensione tra Gesù e i suoi avversari non diminuisce. Solo il cieco guarito vede bene – e non può fare diversamente, perchè non sapeva vedere prima. Perciò il suo giudizio è molto chiaro e giusto. Gli altri rimangono imprigionati nei loro presupposti e abitudini e sono agitati perchè a lui accade l’incontro con Gesù – e anche questa guarigione. Sembra, che dalla molteplicità delle cose che accadono vedano sempre di meno e capiscano di meno.

Questa situazione è piuttosto tipica: troppe cose che accadono ci rendono ciechi. Come mai? Guardiamo come Gesù guarisce il cieco: sputa per terra, fa del fango con la saliva e lo spalma sugli occhi del cieco. E poi gli chiede di lavarsi nella piscina di Siloe. Lavato il fango, torna la vista. Tutto questo è molto significativo: le cose che accadono e ci inondano sono come un fango.

Alcuni non se ne rendono conto, altri sentono direttamente l’azione di Gesù – incomprensibile, strana ma mirata all’effetto salvifico. Basta sentire lui e seguire le sue parole. Solo così si può iniziare a vedere – per capire meglio. In questi giorni stiamo imparando quanto importa lavarsi bene. Vogliamo rimuovere tutto ciò che potrebbe essere pericoloso dal nostro corpo. Tutto il fango delle cose, troppe, che accadono in questi giorni. Ma per essere sicuri, che togliamo davvero il fango e riusciamo a vedere e capire tutto ciò che accade, importa che questo fango provenga da Gesù – dal nostro rapporto con lui. I suoi avversari non si rendevano conto dagli ostacoli più grandi del fango.

In effetti sono rimasti ciechi, tormentati dalle cose che non volevano accettare. Gesù sta sempre tra le cose. Come in questa storia del vangelo, anche oggi. Importa vedere nelle cose la sua azione strana, incomprensibile. Ma nella nostra cecità non ci rimane nient’altro, che affidarsi a lui. Seguire le sue parole e lavarsi. Nella tradizione della Chiesa questo lavaggio è rappresentato dai sacramenti. Si, anch’essi adesso non sono accessibili per molti. Un’altra cosa che accade. Ma Gesù c’è. Forse il fango deve rimanere sui nostri occhi un po’ più a lungo. Ma così l’effetto di quando sarà lavato sarà ancora più grande – luminoso, pasquale… Così, finalmente, saremo più vicini a vedere e a capire tutto, fino in fondo.