Unesco: “Per molti la disinformazione social influenza la politica”

Un sondaggio Unesco indica che l'87% dei cittadini dei 16 paesi in cui si terranno le elezioni nel 2024 è preoccupato per l'impatto della disinformazione online

Moige

L’87% dei cittadini è preoccupato per l’impatto della disinformazione online. Lo rileva un sondaggio d’opinione realizzato dall’Unesco – l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura volta a promuovere la pace e la sicurezza nel mondo attraverso la cooperazione internazionale nei settori dell’istruzione, delle arti, delle scienze e della cultura – su 8.000 persone in 16 paesi del Mondo.

Unesco, per 87% disinformazione social influenza la politica

Un sondaggio d’opinione, realizzato dall’Unesco su 8.000 persone nei 16 paesi in cui si terranno le elezioni nel 2024, indica che l’85% dei cittadini è preoccupato per l’impatto della disinformazione online visto che i social media sono diventati per la grande maggioranza di loro la principale fonte di informazione. La stessa ricerca ha rilevato che l’87% dei cittadini ritiene che questa disinformazione abbia già avuto un forte impatto sulla vita politica del proprio paese e teme che influenzerà l’esito delle elezioni previste per il prossimo anno.

Di conseguenza, l’88% di loro chiede ai governi e alle autorità di risolvere rapidamente questo problema regolamentando i social media. “La tecnologia digitale è stato un enorme passo avanti per la libertà di parola – ha dichiarato la direttrice dell’Unesco, Audrey Azoulay – Ma i social media hanno anche accelerato e amplificato la diffusione della disinformazione e dell’incitamento all’odio, ponendo gravi rischi per la vita sociale, la pace e la stabilità”.

Come proteggere l’accesso alle informazioni

“Per proteggere l’accesso alle informazioni, dobbiamo regolamentare immediatamente queste piattaforme, garantendo al contempo la libertà di espressione e i diritti umani”, ha aggiunto Azoulay. Per questo l’Unesco ha ideato un piano d’azione con misure concrete che devono essere attuate da tutte le parti interessate: governi, autorità di regolamentazione, società civile e piattaforme stesse. Il piano d’azione stabilisce che le piattaforme devono, tra l’altro, disporre di team di moderatori qualificati che possano effettuare un controllo affidabile ed efficace dei contenuti pubblicati online. Questi team devono garantire la trasparenza nel processo di moderazione, anche quando è automatizzato da algoritmi e riferire in merito alle segnalazioni e ai reclami degli utenti.

Fonte: Ansa