L’Ue pensa a inviare 3 navi nel Mar Rosso

La missione blustellata si baserebbe su Agenor, un'operazione di sorveglianza congiunta a guida francese che copre l'intero Golfo

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Foto di ALEXANDRE LALLEMAND su Unsplash

Secondo quanto riferito dall’Ansa, il Servizio di Azione dell’Unione Europea (EEAS) avrebbe presentato la proposta di una missione blustellata nel Mar Rosso contro gli Houthi. E’ stato proposto il dislocamento di “almeno tre cacciatorpediniere o fregate antiaeree con capacità multi-missione” per “almeno un anno”. 

L’Ue pensa a inviare 3 navi nel Mar Rosso

Il Servizio di Azione Esterna dell’Unione Europea (EEAS) ha presentato, a quanto si apprende, la sua proposta di missione blustellata nel Mar Rosso a difesa del commercio internazionale ai 27 Paesi membri dell’Ue, in cui si propone il dislocamento di “almeno tre cacciatorpediniere o fregate antiaeree con capacità multi-missione” per almeno “un anno”. La proposta, presentata prima degli attacchi di Usa e Regno Unito in Yemen, nota che “le dimensioni esatte e la composizione dell’operazione saranno soggette a ulteriori pianificazioni operative” – il dubbio è che la missione Ue, per come è stata concepita, sia nata ‘vecchia’.

Un’operazione di sorveglianza

“Difficile a dirsi”, commenta un diplomatico. “La sensazione – prosegue – è che i raid di Londra e Washington non risolvano la situazione del tutto e che quindi un impegno dell’Ue si renderà necessario”. Ma, appunto, la definizione precisa delle regole d’ingaggio e della composizione del contingente è ancora un “work in progress”. La nuova missione, stando a quanto illustrato dall’EEAS agli Stati membri, si baserebbe su Agenor, un’operazione di sorveglianza congiunta a guida francese che copre l’intero Golfo, lo Stretto di Hormuz e parte del Mar Arabico e che è composta da nove Paesi europei (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia e Portogallo). Il prossimo passaggio dovrebbe avvenire al Comitato di Politica e Sicurezza (Cops) di martedì prossimo e poi un secondo avverrà al Consiglio Affari Esteri -o CAE – del 22 gennaio (mentre, per l’ok finale, si dovrà attendere febbraio, sempre al CAE). “Se la regione s’infiamma ulteriormente si potrebbe però accelerare il processo decisionale“, sottolinea una fonte diplomatica.

Fonte Ansa