Turchia, arrestato a Istanbul il killer della strage di Capodanno

E’ stato arrestato l’uzbeko Abdulkadir Masharipov, accusato di essere l’autore della strage della notte di Capodanno, avvenuta nel nightclub “Reina“, situato nella parte occidentale della città costruita sul Bosforo. La polizia lo ha trovato con il figlio nel quartiere di Esenyurt di Istanbul. A riportarlo è la Cnn Turk. La polizia turca, inoltre, ha rilasciato una foto in cui si vede il volto del killer con ecchimosi, ferite e macchie di sangue sulla maglietta.

L’arresto

Le autorità affermano che quando le forze dell’antiterrorismo turche sono piombate nell’abitazione in cui si nascondeva, Abdulkadir Masharipov ha fatto resistenza. Tuttavia, l’uzbeko è stato portato via in manette dagli agenti. Tuttavia non è chiaro tuttavia se ci sia stato anche uno scontro a fuoco. Dopo l’arresto, il killer di Istanbul è stato portato da un medico della polizia per alcuni controlli sanitari, una prassi comune nelle operazioni antiterrorismo turche. Dunque, Abdulkadir Masharipov, è stato trasferito sotto rigide misure di sicurezza in un commissariato di Istanbul.

Dopo l’arresto della moglie, avvenuto nei giorni scorsi, era stata diffusa la notizia che l’attentatore aveva trascinato nella sua fuga il figlio di 4 anni, ritrovato questa sera nello stesso appartamento in cui si nascondeva l’attentatore. Come riporta la Cnn Turk, altre 3 persone sono state arrestate dall’antiterrorismo. Sono stati trovati nella stessa abitazione dell’attentatore nel quartiere di Esenyurt, alla periferia europea di Istanbul, durante il blitz che ha portato al suo arresto.

Abdulkadir Masharipov si sarebbe nascosto solo 3 giorni fa nell’abitazione in cui è stato arrestato nella serata di ieri. Secondo i media locali, si tratterebbe di un covo dell’Isis e le 3 persone trovate insieme a lui sarebbero anche loro militanti jihadisti.

L’attentato di Capodanno

La notte di Capodanno, la città di Istanbul cadde nella paura del terrorismo. 39 morti e oltre 60 feriti è il bilancio ufficiale dell’attacco avvenuto in una famosa e affollatissima discoteca di Istanbul. Tra le vittime anche 25 stranieri. L’attacco è avvenuto verso l’1:30 (ora locale, le 23:30 in Italia). Il locale in questione è il “Reina“, un rinomato nightclub sulle rive del Bosforo posto nel quartiere di Ortakoy, nel distretto di Besiktas, parte europea della città.

Quella sera, all’interno del locale vi erano tra le 500 e le 600 persone. L’attentatore avrebbe prima ucciso un poliziotto e una guardia giurata all’ingresso, per poi entrare nel locale e iniziare a sparare a caso sulla folla. In molti, per sfuggire alla morte, si sono gettati nelle acque gelide dello stretto.

La condanna del gesto

“Stanno cercando di creare caos, demoralizzare il nostro popolo, destabilizzare il nostro Paese con attacchi abominevoli che prendono di mira i civili – ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan -. Ma manterremo il sangue freddo come nazione e resteremo più uniti che mai e non cederemo mai a questi sporchi giochi“.

Condanna dell’attacco e solidarietà alla Turchia anche da parte di Stati Uniti, Ue e Nato. La Casa Bianca ha offerto ad Ankara l’aiuto degli Usa, mentre il dipartimento di Stato ha espresso solidarietà “all’alleato turco”, mentre Federica Mogherini, l’alto rappresentante europeo per gli Affari esteri, ha sottolineato come si debba “lavorare per prevenire tali tragedie”.

La rivendicazione dell’Isis

L’Isis, nei giorni seguenti la strage, ha rivendicato il gesto. Nel comunicato, il Califfato definisce la Turchia, “serva della croce”. E poi, riferendosi al suo ruolo nel conflitto in Siria, avverte che “il governo di Ankara dovrebbe sapere che il sangue dei musulmani, uccisi dai suoi aerei e dalla sua artiglieria, provocherà un fuoco nella sua casa per volere di Dio” sostenendo che il killer ha agito “in risposta agli ordini” del leader dell’Isis, Abu Bakr al-Baghdadi“.