Caso Saman, spunta sms della madre: “Torna, faremo come dici”. Gli inquirenti non smentiscono né confermano

Il messaggio risalirebbe al periodo in cui la 18enne si trovava in una località protetta. L'avvocato dei genitori: "Il singolo elemento d'indagine non può essere decontestualizzato rispetto a tutti gli altri"

Nel corso delle indagini sulla scomparsa di Saman Abbas, la giovane di origini pachistane che si presume sia stata uccisa per essersi opposta a un matrimonio combinato, sarebbe emerso un sms inviatole dalla madre, Nazia Shaeen. Lo riferisce la Gazzetta di Reggio. “Ti prego fatti sentire, torna a casa. Stiamo morendo. Torna, faremo come ci dirai tu”, sarebbe il testo del messaggio, di cui gli investigatori non confermano né smentiscono l’esistenza, scrive Agi.

L’sms risalirebbe al periodo in cui la ragazza, residente a Novellara (Reggio Emilia), si trovava in una comunità protetta.

La Procura di Reggio Emilia starebbe indagando, con l’ipotesi di omicidio premeditato, cinque persone: i genitori di Saman, che attualmente si troverebbero in Pakistan; lo zio Hasnain Danish; due cugini, uno dei quali, Ikram Ijaz, consegnato lo scorso 9 giugno dalle autorità francesi a quelle italiane, è in carcere a Reggio Emilia e si dice estraneo alle accuse.

Il commento del legale dei genitori

Sentito da Agi, l’avvocato difensore dei genitori della giovane Simone Servillo ha dichiarato: “Il singolo elemento d’indagine non può essere decontestualizzato rispetto a tutti gli altri. Una lettura complessiva di tutti gli elementi fornisce un quadro dei miei assistiti diverso da quello rappresentato dai media”. “Non bisogna saltare a conclusioni affrettate“, ha aggiunto il legale, “il contesto è suscettibile di una quantità molteplice di letture e non tutte sono in senso tale da fare ritenere scontata la colpevolezza dei miei assistiti”.