Save the Children, emergenza fame per 5,7 milioni di bambini

Secondo il rapporto dell'organizzazione non governativa la pandemia agisce come "come acceleratore di fragilità esistenti"

sorriso

Un bambino su tre è malnutrito, ogni 15 secondi uno di loro muore a causa della mancanza di cibo. Le cause sono la povertà, i conflitti, i cambiamenti climatici e la pandemia. La situazione, inoltre, è in peggioramento in Africa, America centrale e Asia. Così l’obiettivo “Fame zero” delle Nazioni unite si allontana. E’ ciò emerge dall’ultimo rapporto di Save the Children diffuso in occasione di una campagna di sensibilizzazione e una raccolta fondi per 13 Paesi dove la ong sostiene i servizi sanitari, svolge programmi di sicurezza alimentare a favore dei bambini e dei loro adulti di riferimento Nigeria: Burkina Faso, Mali, Niger, Repubblica Democratica del Congo, Sud Sudan, Somalia, Etiopia, Yemen, Siria, Afghanistan, Venezuela, India.

La situazione

Sono più di 40 milioni nel mondo le persone non hanno certezza di poter accedere ogni giorno al cibo necessario, circa 5,7 milioni i bambini sotto i cinque anni che sono al limite della fame, oltre il 50% in più rispetto al 2019. Quell’anno, dopo uno sforzo trentennale da parte delle organizzazioni umanitarie e della comunità internazionale, il numero delle persone afflitte dalla mancanza di cibo aveva toccato il punto più basso.

“Se non si agisce immediatamente migliaia di bambini potrebbero morire, vanificando decenni di lenti e difficili progressi”, avverte Save the Children . La pandemia “sta agendo come acceleratore di fragilità esistenti, mettendo a nudo discriminazioni strutturali, disuguaglianze ed esclusioni, legate alla povertà e al genere. È come un motore che gira al contrario in un meccanismo che rende le persone, e i bambini in particolare, molto più vulnerabili”. Il rapporto si concluso con un’esortazione: “Se non si interverrà con decisione l’obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite di raggiungere ‘Fame Zero’ entro il 2030 diventerà sempre più lontano”.