Russiagate: Flynn pronto a testimoniare in cambio dell’immunità

La propria testimonianza sul ‘Russiagate’ in cambio dell’immunità. E’ quanto avrebbe proposto l’ex consigliere per la Sicurezza Nazionale del presidente Donald Trump, Michael Flynn, all’Fbi (l’ente investigativo di polizia federale degli Stati Uniti d’America) e ad alcuni parlamentari delle commissioni del Congresso che stanno indagando sulle ingerenze russe nel processo elettorale statunitense e sui legami di Trump con Mosca. Flynn fu costretto a dimettersi dopo soli 24 giorni dalla nomina sostenuta dall’ex magnate per via dei suoi contatti con l’ambasciatore russo a Washington.

“Caccia alle streghe”

La proposta è stata resa pubblica dal suo avvocato, Robert Kelner, secondo cui “il generale Flynn ha certamente una storia da raccontare e lui vuole raccontarla, se le circostanze lo permetteranno”. Per “circostanze”, il legale intende “garanzie sull’immunità”, e spiega: “Nessuna persona assennata che sia ben consigliata si sottoporrebbe alle domande in un tale ambiente altamente politicizzato, da caccia alle streghe, senza prima aver avuto rassicurazioni contro un procedimento non equo”.

Gli ex colleghi

Altri tre ex collaboratori di Trump, sempre al  centro delle indagini Russiagate, hanno già fatto sapere, tramite i loro avvocati, che testimonieranno, ma – evidenziano – senza la promessa di immunità. Si tratta dell’ex presidente della campagna elettorale di Trump, Paul Manafort, e degli ex adviser Roger Stone e Carter Page.

Figura chiave

Flynn è stato nominato Consigliere per la Sicurezza nazionale lo scorso novembre e prima era stato advisor di Trump durante la campagna elettorale, dimostrandosi un “perfetto surrogato” – per usare un’espressione del Politico – contro la democratica Hillary Clinton, attaccata per aver messo a rischio informazioni classificate con l’utilizzo di un server di posta privato quando era segretario di Stato. Ci sarebbe Flynn dietro il disprezzo di Trump per l’accordo sul nucleare iraniano e la strategia aggressiva nei confronti dell’Islam radicale. I democratici lo hanno sempre accusato di essere islamofobo e simpatizzante del presidente russo Vladimir Putin. Registrato tra gli elettori democratici, vanta 33 anni di carriera militare, con posizioni di primo piano, dalla guida di missioni Nato in Afghanistan e in Iraq fino alla direzione della Dia (Defence Intelligence Agency) dal 2012 al 2014, quando e’ stato licenziato dal presidente Barack Obama. Nel suo saggio “The Field of Fight“, scritto insieme allo storico Michael Ladeen, Flynn descrive se stesso come poco devoto al politicamente corretto e accusa Obama di avergli dato il benservito perché si era permesso di dire che gli Usa stavano perdendo terreno contro il terrorismo.