80 euro furono promessi alla vigilia delle ultime elezioni europee, quelle che Renzi vinse a mani basse… Che coincidenza: ora, alla vigilia del voto per le regionali, il premier fa uscire dal cilindro di Palazzo Chigi un altro “dono” che verrà elargito ai potenziali elettori: 500 euro per i pensionati a più basso reddito. A conti fatti, 4 milioni circa di voti che – non c’è dubbio – segneranno anche questa competizione elettorale che l’ex sindaco vuole stravincere.
“Nessun pensionato perderà un centesimo – ha detto spiazzando tutti e anticipando la decisione del governo sulle pensioni che sarà discussa oggi in Consiglio dei ministri –. Noi scriveremo una nuova norma rispetto al blocco dell’indicizzazione che restituirà il 1 agosto, 500 euro a testa. Ovviamente – ha precisato – non sarà un rimborso totale. Ma ci sono 2 miliardi che mi ero tenuto per le misure contro la povertà”. Eccolo il Renzi-pensiero “bastone e carota”, accelerare e frenare.
I circa 2 miliardi del “tesoretto” andranno alla Terza età dunque, invece che ai poveri. Tra le varie ipotesi tecniche predisposte dai tecnici del Mef insieme a Palazzo Chigi, sceglie una soluzione che, pur non restituendo a tutte le pensioni la mancata indicizzazione, risponde – secondo il governo – a un criterio di equità, rimborsando quelle medio-basse.
L’annuncio soddisfa in parte la Spi Cgil: “Bene che si parta dalle pensioni medio-basse ma Renzi non se la può cavare con un bonus una tantum”. Dello stesso parere, la Uil Pensionati: l’annuncio “è certamente meglio di niente, ma un bonus una tantum non basta”. Ora bisogna “trovare una soluzione che affronti non solo il problema della restituzione di quanto i pensionati hanno perso a causa del blocco della rivalutazione, ma anche di quanto perderanno in tutti gli anni a venire”.
I sindacati dunque vedono il bicchiere mezzo pieno, i consumatori affilano le armi in vista di prossimi ricorsi legali: “Se entro fine mese l’Inps non pagherà scatteranno le azioni legali e i decreti ingiuntivi per l’esercizio dei diritti dei pensionati”, spiega Elio Lannutti, presidente di Adusbef che annuncia battaglia insieme a Federconsumatori, contro “le carità pelose per vincere le elezioni”. Difficile, invece, l’avvio di una class action, ritenuta dalle associazioni una strada difficilmente percorribile.
Esplode la rabbia delle opposizioni, con Forza Italia e Lega Nord in pole position nel chiedere l’intera restituzione del dovuto. La prima a reagire è Forza Italia con Renato Brunetta: “Se Renzi restituisce solo 2 dei 18 miliardi dovuti, vuol dire che gli altri 16 li toglie dalle tasche dei pensionati. E’ un imbroglio inaccettabile”. Ancora più duro il senatore Maurizio Gasparri, che parla di “banditismo di Stato”, mentre il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, critica una a suo dire “indegna mancetta di agosto: i pensionati italiani non hanno bisogno di elemosine, Renzi deve restituire tutto e subito, non un po’ e a rate”. “Non credo che sia una cosa corretta – ha chiosato Silvio Berlusconi -; dopo la sentenza della Corte Costituzionale tutti i pensionati devono vedersi restituiti i soldi”.
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