Netanyahu parla alla nazione: “La nostra sarà la vittoria del bene sul male”

Il premier Netanyahu parla alla nazione per la prima volta dal 7 ottobre: "Se Israele non vince questa guerra si diffonderà il male"

Benyamin Netanyahu
Benyamin Netanyahu. archivio Image / Politica / Israele / Benjamin Netanyahu / foto Imago ONLY ITALY

Per la prima volta dal 7 ottobre, giorno in cui Hamas ha compiuto il massacro in Israele, il premier Benyamin Neatanyahu parla alla nazione e ringrazia tutta la comunità internazionale per il sostegno. 

Il discorso di Netanyahu alla nazione

Se Israele non vince questa guerra si diffonderà il male. Per questo la nostra sarà la vittoria del bene sul male”. Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu parlando alla nazione. “Abbiamo il sostegno di tutta la comunità internazionale“, ha aggiunto Netanyahu, ringraziando gli altri leader di Gran Bretagna, Francia e Italia che si sono recati a Tel Aviv per sostenere Israele. “E’ il momento della verità: vincere o cessare di esistere. La guerra dentro Gaza sarà dura e lunga – ha aggiunto -, sarà la nostra seconda guerra di indipendenza. Vogliamo restituire agli assassini quello che hanno fatto”. “Siamo entrati a Gaza in maniera ponderata nella preoccupazione per la sorte dei nostri soldati. Siamo entrati nell’avamposto della cattiveria: il nostro obiettivo – ha aggiunto – è demolire Hamas e riportare indietro gli ostaggi”. “L’Iran sostiene Hamas, il 90% dei finanziamenti viene da Teheran. Senza l’Iran non c’è né Hamas né Hezbollah. Non posso dire per questioni di sicurezza se il 7 ottobre c’è stato un coinvolgimento diretto dell’Iran, ma l’Iran ha costruito la sua macchina da guerra” ha detto il premier israeliano rispondendo ad una domanda dei giornalisti. “Dopo la guerra anche io dovrò dare risposte” sull’attacco di Hamas del 7 ottobre. “C’è stato qui un fallimento terribile. Lo indagheremo fino in fondo. In questo momento il mio obiettivo è una vittoria totale”, ha ribadito il premier Netanyahu aggiungendo che ora il Paese è unito, nonostante le polemiche passate sulla riforma giudiziaria, “che ora non è più all’ordine del giorno”.

Fonte Ansa