Il narcotraffico oggi, Mantovano: “Attenzione alle nuove tecnologie”

Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri interviene all'incontro: "Le rotte e le logiche del traffico internazionale di stupefacenti e le evoluzioni della criminalità organizzata transnazionale"

Mantovano intervento narcotraffico
Foto © Palazzo Chigi

Il mondo del narcotraffico dietro il consumo di stupefacenti. Il business legato a quello che, per la criminalità, è un mezzo di punta per alimentare i propri introiti illeciti, è direttamente proporzionale al suo consumo. Il quale, fin troppe volte, inizia in modo inconsapevole, attraverso quella scarsa conoscenza dei rischi che, per i giovani, si è spesso rivelata fatale. Eppure, nonostante la capacità di compromettere chiunque vi entri in contatto, la criminalità non si fa scrupolo nel lucrare sugli effetti deleteri degli stupefacenti, organizzando il proprio retaggio come un business a tutti gli effetti. Tanto consolidato quanto pericoloso, che si serve della tecnologia di massa per veicolare il proprio messaggio ingannevole.

Ne ha parlato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, nel suo intervento all’incontro “Le rotte e le logiche del traffico internazionale di stupefacenti e le evoluzioni della criminalità organizzata transnazionale”, organizzato  presso il Palazzo di Giustizia di Palermo da Scuola Superiore della Magistratura, Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Programma Falcone-Borsellino del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Traffici di stupefacenti e modernità

In primo luogo, delle indicazioni di natura pratica su come le mafie e le altre organizzazioni criminali imbastiscono i loro traffici: “Si utilizza money mule, cioè persone che mettono a disposizione la propria identità per aprire conti correnti e/o carte di credito sui quali sono accreditate le somme provenienti da traffici illeciti”. Oppure “si ricorre a canali hawala, ossia a trasferimenti di denaro senza movimentazioni bancarie o finanziarie. Fortemente radicati nella cultura islamica e basati sulla fiducia, oggi questi canali sono utilizzati come via alternativa di rimesse ai sistemi bancari”. Addirittura, possono essere aperte “entità giuridiche in varie giurisdizioni per effettuare prestazioni di servizi inesistenti (cosiddette società cartiere)”. Strategie basate su un caso di cronaca dei tempi recenti ma che, come spiegato da Mantovano, costituiscono “i principali aspetti che caratterizzano l’attuale fenomeno del narcotraffico”.

Criminalità organizzata ed economico-finanziaria

Del resto, come ricordato da Mantovano, “vi è una consolidata sovrapposizione tra criminalità organizzata e criminalità economico-finanziaria… È un fenomeno che conosciamo da tempo soprattutto nel Nord Italia: si caratterizza per la contiguità tra i gruppi mafiosi finanziariamente più forti – perché gestori transnazionali del narcotraffico – e alcuni settori del mondo finanziario legale nazionale e internazionale, finalizzati alle operazioni di riciclaggio e reinvestimento”. E, in tal modo, “l’entità dei profitti da reinvestire e le massive attività di riciclaggio legate al narcotraffico, realizzano vere distorsioni delle ordinarie dinamiche di mercato, anche di settori di mercato in sé non collegati con quello della droga, come per esempio il mercato dell’oro”.

Narcotraffico e geopolitica

Ed è altrettanto chiaro che i proventi del narcotraffico, a livello globale, vadano a compromettere gli scenari mondiali alle loro fondamenta: ” Le ricadute economiche del narcotraffico condizionano gli equilibri geopolitici – ha detto ancora Mantovano -. Si stima che Hezbollah, a fronte dei 10 milioni di dollari annui che introitava nel 2004, oggi ricavi non meno di 100 milioni all’anno dalle attività illecite nella cosiddetta Triplice Frontiera (l’area in cui si incrociano Brasile, Argentina e Paraguay)”. In questo senso, “non è necessaria particolare fantasia per immaginare il tipo di impiego che di queste somme viene fatto in Medio Oriente”.

I rischi della tecnologia

Nondimeno, il Sottosegretario ha invitato a prestare attenzione massima ai canali creati dalle nuove tecnologie, fin troppo complessi per poter essere sondati in tutti i loro rischi. I quali, viceversa, vengono sfruttati dalla criminalità organizzata per raggiungere i propri obiettivi contando sulla massificazione dell’accesso alla rete: “Queste nuove tecnologie hanno consentito di creare mercati paralleli rispetto a quelli del narcotraffico ‘tradizionale’: mercati digitali, in cui domanda e offerta si incontrano nella vendita al dettaglio, grazie in particolare al dark web, che fa dell’anonimato e delle interazioni digitali sicure il suo punto di forza”. Novità che hanno finito per modificare anche le azioni di contrasto: “L’evoluzione tecnologica ha ridimensionato l’efficacia di alcune tecniche investigative tradizionali, come quella del classico agente sotto copertura”.