GMB, Impagliazzo: “Il più bel regalo per i bambini? La pace!”

Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio, risponde a Interris.it in merito all'importanza della prima Giornata Mondiale dei Bambini (GMB) e sull'impegno della Sant'Egidio per i minori che vivono in povertà o in guerra

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Foto: Sant'Egidio ph. Luciano Rosasco

“La prima Giornata Mondiale dei Bambini è l’occasione per rinnovare un nuovo patto tra le generazioni: un ‘nonno’ – come ama definirsi Papa Francesco – incontra i più piccoli per ascoltarli e incoraggiarli a non avere paura del futuro e a rendere migliore il mondo. E anche noi adulti possiamo imparare e contribuire a rendere il mondo migliore, perché a misura di chi è piccolo, e, quindi, a misura di tutti”.

E’ l’auspicio a Interris.it del prof. Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio. Interris.it lo ha intervistato sul significato sociale e sull’impegno della Sant’Egidio per i bambini che vivono in situazioni di povertà o nelle zone di guerra. La Comunità è stata coinvolta nei preparativi della GMB – voluta da Papa Francesco e promossa dal Dicastero della Cultura e dell’Educazione – coinvolgendo oltre 5mila minori provenienti da più parti d’Europa.

Il Prof. Marco Impagliazzo. Foto: Comunità di Sant’Egidio

L’intervista a Marco Impagliazzo, Presidente della Sant’Egidio

Alla Giornata mondiale dei bambini partecipano bambine e bambini che provengono da 101 nazionalità diverse. Cosa chiedono al Santo Padre e al mondo degli adulti?

“È veramente un piccolo mondo quello che si è radunato a Roma per discutere di temi importanti quali pace, fraternità, ambiente. La cosa che i bambini chiedono a gran voce al mondo degli adulti è principalmente una: la pace. Questo è molto chiaro dai disegni, dagli elaborati e dalle lettere che sono arrivate nei giorni scorsi da tutto il mondo e che ripetono con grande insistenza un solo messaggio: ‘Papa Francesco, aiuta il mondo a fare pace!’. Questo messaggio non viene solo da bambini che hanno sperimentato la guerra, ma anche da quelli che hanno un compagno di classe o un amico che è fuggito da un paese in guerra. Ed è un messaggio che merita ascolto”.

Qual è l’impegno della Comunità di Sant’Egidio per la prima Giornata Mondiale dei Bambini?

“La Comunità di Sant’Egidio è davvero grata a Papa Francesco per aver ideato e convocato questa Giornata, che metterà al centro i bambini, a cominciare da quelli che provengono dai paesi colpiti dalla guerra o dalla povertà. Per questo ci siamo impegnati per promuoverla soprattutto nelle Scuole della Pace, che sono centri educativi aperti in oltre 70 paesi del mondo grazie al servizio gratuito di tanti giovani, studenti liceali e universitari. Saranno 5.000 le bambine e i bambini delle Scuole della Pace che parteciperanno ai diversi momenti della GMB e tutti si sono preparati, parlando tra di loro dell’importanza della pace, della cura dell’ambiente e della necessità di imparare a crescere insieme come amici e come fratelli, anche se diversi”.

Foto: Sant’Egidio ph. Luciano Rosasco

Perché mettere al centro i bambini?

“Nel Messaggio per la prima Giornata Mondiale dei Bambini Papa Francesco ha scritto che i bambini ci ricordano ‘che siamo tutti figli e fratelli, e che nessuno può esistere senza qualcuno che lo metta al mondo, né crescere senza avere altri a cui donare amore e da cui ricevere amore’. Ecco, in un tempo come il nostro, in cui tanti adulti vivono isolati, non parlano tra di loro e a volte si fanno la guerra, i bambini ci aiutano a superare il senso di autosufficienza, l’esclusione degli altri e ci provocano, perché anche quando litigano, poi sanno fare pace”.

Quali sono le principali iniziative della Comunità di Sant’Egidio per i bambini?

“I bambini hanno bisogno di parole e di amici. E devono imparare a stare insieme. Le Scuole della Pace, che anzitutto rispondono alle esigenze di tanti bambini, a cominciare dal sostegno scolastico. Li aiutano a studiare, a crescere, a fare amicizia con tutti, a giocare insieme e a rispettare gli altri. Questo è molto importante in una società come la nostra, dove si privilegiano le relazioni virtuali e si riducono i luoghi di incontro reali”.

Foto: Sant’Egidio ph. Luciano Rosasco

Come la Comunità di Sant’Egidio lavora per migliorare le condizioni di vita dei bambini in situazioni di povertà?

“Gli ultimi dati Istat sulla povertà sono allarmanti soprattutto per quanto riguarda i bambini. Sono ben 1,3 milioni i minori in condizioni di necessità, pari al 14% del totale, il valore più alto mai registrato nel nostro Paese. Un disagio non solo economico, spesso accompagnato anche dalla povertà educativa e dall’abbandono scolastico, che in Italia è tra i più alti d’Europa, con picchi significativi nelle periferie delle grandi città e al Sud. Per rispondere a questi enormi bisogni, che avevamo percepito a partire dalla pandemia, abbiamo ideato il progetto ‘W la Scuola‘ che contrasta l’abbandono scolastico e aiuta la scuola a ritrovare quei bambini e quei ragazzi che si erano persi, fornendo loro motivazione e sostegno per rientrare in classe. È un grande lavoro che vuole donare un futuro a tutti”.