Alla maturità torna la seconda prova scritta

Nei documenti predisposti sugli esami di Stato del primo e del secondo ciclo di istruzione è previsto il ritorno degli scritti in presenza

Tornano gli scritti all’esame di Stato di terza media e la seconda prova sulle discipline d’indirizzo alle superiori, in presenza. Queste le novità della maturità 2022, secondo quanto deciso dal ministero dell’Istruzione, che lo sta comunicando in una informativa ai sindacati di settore, in attesa della pubblicazione delle ordinanze del ministro Patrizio Bianchi. “In attesa di commentare in modo più approfondito le ordinanze attraverso la lettura dei testi, prendiamo atto della ratio alla base delle ordinanze: la ricerca di una ‘normalizzazione’ rispetto alla situazione emergenziale si traduce nella volontà di ripristinare in buona parte le procedure proprie degli esami del periodo prepandemico”, così il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli. “Tuttavia, va ricordato che gli studenti che affronteranno le prove di giugno sono quelli che maggiormente hanno sofferto l’emergenza: due anni e mezzo del loro percorso scolastico sono stati pesantemente inficiati dalla pandemia e di ciò non si può non tenere conto”, prosegue. “Non si tiene conto degli ultimi tre anni, penalizzati da un esame senza senso” commenta la Rete degli Studenti Medi, “vorremmo che ci si concentrasse sul percorso personale di ogni studente, non su capacità acritiche”.

Le regole

Nei documenti predisposti sull’organizzazione e le modalità di svolgimento degli esami di Stato 2022 del primo e del secondo ciclo di istruzione, cioè l’esame di terza metà e l’esame di maturità, è previsto in entrambi il ritorno delle prove scritte, che si svolgeranno in presenza mentre per il solo colloquio, sia nel primo che nel secondo ciclo, è prevista la possibilità della videoconferenza per i candidati impossibilitati a lasciare il loro domicilio, condizione che andrà, comunque, documentata, si legge sul sito del ministero dell’Istruzione. Per l’esame del primo ciclo, che si svolgerà in presenza in un periodo compreso il tra il termine delle lezioni e il 30 giugno 2022, sono previste due prove scritte, una di italiano e una relativa alle competenze logico-matematiche, e un colloquio, nel corso del quale saranno accertate anche le competenze relative alla lingua inglese, alla seconda lingua comunitaria e all’insegnamento dell’educazione civica. La votazione finale resta in decimi e per ottenere la lode servirà la deliberazione all’unanimità della Commissione. Per quanto riguarda l’esame di maturità, l’ordinanza prevede una prova scritta di italiano, una seconda prova sulle discipline di indirizzo predisposta dalle singole commissioni d’esame, e da un colloquio. La sessione comincerà il 22 giugno 2022 alle 8.30, con la prima prova scritta di italiano, predisposta su base nazionale, che prevede sette tracce di tre diverse tipologie: analisi e interpretazione del testo letterario, analisi e produzione di un testo argomentativo, riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità, mentre il 23 giugno si proseguirà con la seconda prova scritta, diversa per ciascun indirizzo, che avrà per oggetto una disciplina tra quelle caratterizzanti il percorso di studi. Infine il colloquio si aprirà con l’analisi di un materiale scelto dalla commissione, composta da sei commissari interni e un presidente esterno, e nel corso del colloquio il candidato dovrà dimostrare di aver acquisito i contenuti e i metodi propri delle singole discipline e di aver maturato le competenze di educazione civica, analizzerà poi con una breve relazione o un lavoro multimediale, le esperienze fatte nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. Il credito scolastico sarà attribuito fino a un massimo di 40 punti (12 per il terzo anno, 13 per il quarto, 15 per il quinto). Le prove scritte peseranno fino a 40 punti, il colloquio fino a 20. Si potrà ottenere la lode, con deliberazione all’unanimità della Commissione. La valutazione finale resta in centesimi. Entro il 15 maggio 2022 il Consiglio di classe elaborerà il documento con il percorso formativo fatto dagli studenti, gli strumenti di valutazione utilizzati e gli obiettivi raggiunti, ponendo attenzione all’insegnamento trasversale dell’educazione civica.

Giannelli (Anp): “Ricerca di una ‘normalizzazione””

“In attesa di commentare in modo più approfondito le ordinanze attraverso la lettura dei testi, prendiamo atto della ratio alla base delle ordinanze: la ricerca di una ‘normalizzazione’ rispetto alla situazione emergenziale si traduce nella volontà di ripristinare in buona parte le procedure proprie degli esami del periodo prepandemico”, così così il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli. “Tuttavia, va ricordato che gli studenti che affronteranno le prove di giugno sono quelli che maggiormente hanno sofferto l’emergenza: due anni e mezzo del loro percorso scolastico sono stati pesantemente inficiati dalla pandemia e di ciò non si può non tenere conto”. “Circa la seconda prova – continua Giannelli – basata su una sola disciplina tra quelle di indirizzo e predisposta dalle singole commissioni d’esame ‘per consentire una maggiore aderenza a quanto effettivamente svolto dalla classe e tenendo conto del percorso svolto dagli studenti in questi anni caratterizzati dalla pandemia’, come afferma il Ministero, riteniamo che si sia registrato un passo indietro rispetto alla spinta innovativa fornita dalla prova su due discipline. Di fatto, si perde quella interdisciplinarietà che rappresentava a nostro avviso un salto di qualità nella rilevazione delle competenze degli studenti, intesa anche quale prova di riflessione e di interiorizzazione degli apprendimenti”.

La reazione degli studenti

“Non si tiene conto degli ultimi tre anni, penalizzati da un esame senza senso. Così non ci stiamo: se Ministero non ci convoca non possiamo evitare di mobilitarci”, protestano gli studenti. “Secondo quando trapela dalle anteprime – scrive rete degli Studenti in una nota – la proposta che il ministero dell’Istruzione starebbe considerando fortemente per l’esame di Stato 2022 sarebbe di riprendere nella quasi totalità la formula ‘tradizionale‘”. Secondo gli studenti questa forma di esame  non considera le difficoltà nella didattica e nell’apprendimento degli ultimi tre anni e tempo le associazioni studentesche chiedono un esame incentrato sulle singolarità dello studente, eliminando gli scritti e inserendo una tesina. “Siamo sconcertati da questa proposta – spiega Tommaso Biancuzzi, coordinatore della Rete degli Studenti Medi – il Ministero non convoca le associazioni studentesche da mesi. Ci aspettavamo, però, che venissero comunque prese in considerazione le nostre proposte e le richieste di una comunità larga e responsabile. Non siamo dei nullafacenti, ma abbiamo seri dubbi che il percorso formativo di uno studente si valuti in base a questa proposta di esame di Stato”. “Vorremmo che ci si concentrasse sul percorso personale di ogni studente, non su capacità acritiche. Gli scritti, specialmente la seconda prova, mettono in difficoltà chi ha vissuto la scuola a singhiozzi come negli ultimi tre anni. Se la bozza di esame sarà confermata, non possiamo escludere la mobilitazione nazionale“, conclude.