MATTARELLA ABBRACCIA IL PAPA

Francesco

Un incontro tra due uomini simbolo di questo momento: il Pontefice che viene dalla “fine del mondo”, fustigatore dell’ipocrisia e fervente riformatore della Chiesa, e il Presidente costituzionalista, appena eletto ma già chiamato a riportare etica e moralità nei palazzi del potere. Due personaggi simili sotto alcuni aspetti, Bergoglio e Mattarella badano più alla sostanza che e alla forma e provano a cambiare Vaticano e Italia con l’esempio. Entrambi rifuggono onorificenze e lussi sfrenati per tradizione legati alle rispettive cariche, cui preferiscono la frugalità e la sobrietà. Da una parte il Capo dello Stato che viaggia in treno e in aereo facendo la fila come un normale passeggero, dall’altra il vescovo di Roma con la croce d’argento e la borsa nera sgualcita, che preferisce l’austera Domus Sanctae Marthae ai fasti del Palazzo Apostolico. La visita di Mattarella al Papa, prevista per oggi, è dunque simbolica sotto tanti punti di vista. Essa avviene in un momento delicato per Bergoglio, oggetto degli attacchi della Turchia dopo le coraggiose parole sul genocidio armeno di 100 anni fa.

Il Papa si è intrattenuto con Mattarella in colloquio privato per circa mezz’ora. Successivamente ha rivolto al Capo dello Stato il suo discorso ufficiale. Ha menzionato i Patti Lateranensi che garantiscono “la reciproca sovranità e indipendenza e al tempo stesso il mutuo orientamento alla fattiva collaborazione, sulla base di valori condivisi e in vista del bene comune”. “Lo sviluppo ordinato di una civile società pluralistica – ha osservato – postula che non si pretenda di confinare l’autentico spirito religioso nella sola intimità della coscienza, ma che si riconosca anche il suo ruolo significativo nella costruzione della società, legittimando il valido apporto che esso può offrire”.

Ricordando il contributo apportato nella storia dal Cristianesimo all’Italia, ha sottolineato che “la fede si è trasformata in opere e queste in istituzioni, fino a dare volto ad una storia peculiare e a modellare pressoché tutti gli aspetti della vita, a partire dalla famiglia, primo e indispensabile baluardo di solidarietà e scuola di valori”. “La carenza di lavoro per i giovani – ha soggiunto – diventa un grido di dolore che interpella i pubblici poteri, le organizzazioni intermedie, gli imprenditori privati e la comunità ecclesiale, perché si compia ogni sforzo per porvi rimedio, dando alla soluzione di questo problema la giusta priorità. Nella disponibilità del lavoro risiede infatti la stessa disponibilità di dignità e di futuro”.

Un altro tema affrontato dal vescovo di Roma è stato quello della “cura dell’ambiente”: “occorre acquisire piena consapevolezza degli effetti dei nostri comportamenti sul creato” al fine di “alleviare i crescenti squilibri ed inquinamenti, che a volte provocano veri e propri disastri ambientali”. L’Expo, che tra pochi giorni inizierà a Milano, secondo il Pontefice può “contribuire anche ad approfondire la riflessione sulle cause del degrado ambientale, in modo da fornire alle autorità competenti un quadro di conoscenze ed esperienze indispensabile per adottare decisioni efficaci e preservare la salute del pianeta”. Infine il successore di Pietro ha espresso “gratitudine per l’impegno che l’Italia sta profondendo per accogliere” i migranti rimarcando “che le proporzioni del fenomeno richiedono un coinvolgimento molto più ampio” a livello europeo e internazionale.

“Lo stretto rapporto tra Italia e Santa Sede affonda le radici nella sua storica peculiarità, oltre che nella contiguità territoriale – ha detto il capo dello Stato -. Esso si sviluppa attraverso relazioni rispettose, e si intensifica anche grazie a un magistero pontificio diretto alla realta’ universale e che, tuttavia, interpella direttamente la realtà sociale, economica e politica italiana”.  Mattarella ha sottolineato che “si tratta di principi e valori fondamentali che caratterizzano la storia contemporanea e la democrazia italiana ed europea e che trovano nelle parole Sue, e dei Suoi eminenti predecessori, punti di riferimento costanti. Penso alle tante encicliche sul lavoro, la pace, lo sviluppo, la dignita’ umana. Un magistero alto, confermato dagli atti e dall’insegnamento del Suo Pontificato, che sentiamo particolarmente vicino”. Il Presidente ha anche evidenziato la necessità di “recuperare pienamente quei valori di solidarietà e attenzione reciproca che sono, e rimangono, alla base del sentire del nostro popolo, particolarmente nei momenti di crisi”.

Ha collaborato Stefano Cicchini