Ex Ilva, Gualtieri lancia il piano green: “Priorità nel Recovery plan”

Il ministro dell'Economia alla presentazione del documento "Taranto capitale del Green New Deal": "Un'Ilva abbandonata a sé stessa sarebbe un problema industriale e ambientale"

Se la pandemia da coronavirus ha aperto un fronte di crisi, lo stanziamento dei fondi europei potrebbero rappresentare un’occasione per sciogliere diversi nodi irrisolti del settore produttivo italiano. Questo, perlomeno, quanto filtra dalle parole del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che riporta a galla il dossier dell’ex Ilva nel giorno in cui il Pd presenta il documento “Taranto capitale del Green New Deal“. Il riferimento è piuttosto chiaro: prima dell’avvento del Covid-19 la trattativa con ArcelorMittal per gli impianti tarantini in salita e la necessità di bilanciare la riposta fra lavoro e tutela della salute per la città di Taranto, la questione Ilva era in cima alla pila dei dossier governativi. Con la misura di cassa integrazione applicata finora a circa 4 mila unità.

Cassa integrazione e riconversione

Un provvedimento, quello della cassa, che potrebbe presto essere applicato a ulteriori 5 mila sugli 8 mila e più che compongono lo staff operativo degli impianti siderurgici. Il che, di fatto, porterebbe la produzione a circa 3 mila tonnellate, potendo peraltro contare unicamente sugli altoforni 1 e 4 (il 2 è stato spento a marzo scorso). Un ritmo che dovrà reggere in un contesto globale che il titolare del Mef inquadra come privo di carbone: “La decarbonizzazione dell’ex Ilva sarà tra le priorità del Recovery Plan italiano”, ha spiegato Gualtieri, proprio alla luce del progetto Green che dovrebbe riguardare gli impianti Arcelor. Il punto, ha spiegato il ministro, è puntare sul “mantenimento dei livelli occupazionali e produttivi e su un ambizioso piano di investimenti aggiuntivi molto significativi”.

Ilva, un problema ambientale

A proposito dei nuovi investimenti, secondo Gualtieri dovranno “modificare il processo produttivo investendo sulla produzione di preridotto che può essere alimentato a gas e poi anche ad idrogeno”. Un progetto che, peraltro, appare da dentro o fuori visto che, alla domanda su quale sarebbe la strategia governativa in caso di un rifiuto di ArcelorMittal, Gualtieri ha spiegato che nell’eventualità il gruppo franco-indiano “si troverà un altro interlocutore”. Qualche inevitabile difficoltà potrebbe essere presente ma, come precisato dal ministro, non ci sono altre strade: “Un’Ilva abbandonata a se stessa senza prospettive non sarebbe solo un problema industriale ma anche ambientale”.