Finito il lockdown, Wuhan è pronta a ricominciare. Ma anche svuotarsi di qualche decina di migliaia di persone. Secondo i media locali, infatti, sarebbero almeno 65 mila le persone in procinto di lasciare il capoluogo dello Hubei, epicentro del coronavirus in Cina e, da qualche ora, una città nuovamente libera di muoversi. Cosa che non accadeva dal 23 gennaio, giorno del blocco, quando ancora il Covid-19 sembrava un’eco lontana, o quantomeno non l’incubo che oggi l’Europa sta vivendo.
Settantasei giorni dopo, tra chi ha iniziato a circolare con la propria auto, chi a prendere il treno, c’è anche chi è pronto all’esodo: tra voli (pronti per 10 mila passeggeri) e ferrovie (altri 55 mila), gli spostamenti saranno comunque concentrati sul territorio cinese. Niente viaggi internazionali e limitazioni anche per le tratte verso la capitale Pechino. Chi deciderà di andarci, sarà sottoposto a test anti-Covid, alla partenza e all’arrivo. La Cina non vuole correre rischi.
Un esodo prevedibile, probabilmente. Non solo per i 76 giorni di lockdown, con la nomea di epicentro del contagio, quanto per la possibilità concreta di poter riassaporare finalmente la libertà di muoversi liberamente. Questo ha portato, inevitabilmente, a una serie di uscite di piacer, primo fronte per approfittare del nuovo via libera. Undici milioni di abitanti complessivi per Wuhan, vessata per lunghi giorni e ora in attesa di riprendere. Chi resterà perlomeno. Gli altri lo faranno altrove, con il ricordo di quello che è stato. E la speranza che quota zero resti tale.
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