“Per prima cosa desidero augurare buon lavoro ai neo governatori. L’Italia deve correre, dobbiamo lavorare nell’interesse generale”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte in quello che, di fatto, è il primo commento post-Election Day. Una tornata elettorale che, tra referendum e Regionali, lo ha visto convitato di pietra e, secondo alcuni, colui che esce realmente rafforzato dal giro di consultazioni. A ogni modo, il presidente del Consiglio mantiene le distanze da qualsiasi considerazione rispetto alla sua posizione. “I commentatori sino all’altro giorno mi descrivevano in bilico, ma io non mi sono mai sentito in biblico. Oggi mi descrivono inamovibile, ma non mi sento inamovibile”.
In merito al Referendum, che ha di fatto dato il là a quello che sarà un passo fondamentale per il Parlamento italiano, Conte lancia un richiamo alla responsabilità. Lo stesso che, come auspicato da tutte le parti, l’esecutivo deve far proprio nell’affrontare la delicata fase di ripresa che la pandemia c’ha costretto ad affrontare: “Il governo è chiamato ad attuare un progetto molto impegnativo, e deve avere la possibilità, il dovere e la responsabilità di portare i progetti a termine, e su questo deve essere giudicato. Questo deve essere un Paese serio, deve ragionare in prospettiva. E se non saremo capaci il governo dovrà andare a casa, e io aggiungo con ignominia“.
A proposito dell’esecutivo, Conte si dice soddisfatto di chi lo affianca: “Sono contento della mia squadra di governo, perché è una squadra coesa. Tutti i ministri hanno lavorato con grande impegno. Il Pd con Zingaretti non pone un tema di rimpasto ma di rilancio dell’azione alla luce della grande sfida del Recovery fund”. Sui decreti sicurezza spiega: “Li portiamo al più presto in Cdm. Abbiamo già concordato un testo di modifica perché vogliamo assicurare ai cittadini italiani la sicurezza, non per ragionare per slogan ‘porto aperto, porto chiuso’. Vogliamo allargare il raggio della sicurezza e della protezione dei cittadini e allargare la protezione dei migranti”.
La chiosa è sul Mes, possibile strumento messo a disposizione sul quale non è ancora chiara la posizione italiana: “Le risorse finanziarie sono un problema successivo. Prima bisogna elaborare un piano per rafforzare la sanità, dopodiché andremo a vedere quanto costa questo piano. Sì Mes e no Mes è una questione pregiudiziale su cui non mi pronuncio. Se e quando si porrà il problema lo risolveremo in Parlamento in trasparenza”.
San Giacomo il minore, Apostolo 7,5 ca.-Gerusalemme (Palestina), 62 ca. È figlio di Alfeo e…
La sanità come bene comune da difendere. "La cura e l’assistenza non devono mancare mai,…
Sos Venezuela. La situazione dei Diritti umani nel paese latinoamericano non ha subito miglioramenti nell'ultimo…
Si è celebrato il Primo Maggio e intanto l'Ocse ha rassegnato ancora dati incoraggianti per…
Trovare un punto di incontro tra scienza e coscienza potrebbe sembrare quasi una sfida retorica.…
Dopo un lungo periodo di gestazione (iniziato addirittura durante la scorsa legislatura), a febbraio 2024,…
Questo sito utilizza i cookies per migliorare l'esperienza dell'utente
Altre informazioni