Crisi di governo, Fico al Colle: “Troppe distanze, la maggioranza non c’è”

Si conclude il mandato esplorativo con la due giorni di confronto tra tensioni e veti incrociati. Ora la parola torna al Capo dello Stato Sergio Mattarella che dovrà decidere come procedere

Quirinale Fico

Niente maggioranza. Troppo fragili le intese, troppo delicati i fili da annodare. Il presidente della Camera, Roberto Fico, sale al Colle per riferire il flop del proprio mandato esplorativo. La sintesi di quattro giorni di incontri, trascorsi senza trovare la quadra: “Allo stato attuale permangono distanze alla luce delle quali non ho registrato l’unanime disponibilità di dare vita ad una maggioranza”. In giornata, prima della salita al Quirinale, l’ultimo sforzo – vano anche questo – per trovare l’accordo sul verbale del tavolo di confronto, che per Italia Viva non rispecchia le posizioni.

I nodi da sciogliere

Ci sono ancora molti temi che necessitano di una mediazione: primo tra tutti il Mes, la cui attivazione è richiesta da Italia Viva che trova il no netto del Movimento Cinque Stelle. Altro nodo da sciogliere è quello della giustizia: Renzi dice no al lodo-Orlando. 

Il tavolo parallelo sui nomi

E’ vero che il confronto voluto dal presidente Fico è su un possibile programma di governo e tutti dicono di concentrarsi sulle cose da fare e non sui nomi, ma anche questi hanno la loro importanza. Ed infatti c’è una trattativa parallela in corso su chi farà cosa e anche questa incontra le sue difficoltà a causa dei veti incrociati. Italia Viva sarebbe contraria ai nomi di Alfonso Bonafede e di Andrea Orlando come vicepremier e allo spacchettamento del ministero delle Infrastrutture e dei Beni Culturali. Il Movimento Cinque Stelle invece sarebbe contrario all’ingresso di Maria Elena Boschi.

Intanto nasce “Centro-popolari italiani”

Emilio Carelli lascia i Cinque Stelle: “Non senza sofferenza interiore, annuncio la mia uscita dal gruppo parlamentare del Movimento 5Stelle. In questo modo dico addio ad un Movimento che ha perso la sua anima”.

L’ormai ex deputato grillino si lancia contestualmente in una nuova avventura: “Mentre entro nel Gruppo Misto della Camera, voglio propormi come aggregatore di una nuova componente “Centro – Popolari Italiani”, che potrebbe diventare una casa accogliente per tutti i colleghi che intendono lasciare il Movimento ma temono di restare isolati, ma anche per chi proviene da altri gruppi – sottolinea -. Sarà una componente moderata, di centrodestra, che vuole rappresentare il primo passo verso la costituzione di un nuovo gruppo parlamentare che vorrei in sintonia col Ppe, sostenitore dell’Europa, della difesa dell ambiente, del mondo delle imprese e della tutela dei lavoratori mettendo l’innovazione e la ricerca al centro delle proprie iniziative. Una iniziativa politica che intende dare voce a tutta quell’area moderata e liberale che guarda con diffidenza agli estremismi di ogni genere e che esige risposte concrete ai problemi reali”.

La reazione del centrodestra

Se dovesse saltare la trattativa tra i partiti della possibile maggioranza sarebbe meglio “ridare la parola agli italiani”, ha detto Salvini sottolineando come un esecutivo istituzionale o di unità nazionale “è impossibile” perché l’attuale maggioranza e il centrodestra “la pensano all’opposto su tutto”.

“Non esiste la sostanziale unità del Paese se manca mezzo Paese. Voglio dire una cosa chiara e netta: la maggioranza Ursula in Italia non esiste. Si è realizzata a Bruxelles perché a guida Partito Popolare Europeo, che ha vinto le elezioni, al quale gli altri si sono accodati”. Lo dice il vicepresidente di Fi Antonio Tajani sull’ipotesi che Forza Italia possa partecipare a un governo con Pd, M5S e Italia Viva ma senza Lega e Fratelli d’Italia.