Covid: nuovi casi in diminuzione, risalgono i decessi

In un giorno sono stati effettuati 85.693 tamponi, rispetto ai 147.359 delle precedenti 24 ore, e il tasso di positività è al 15,5%

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In calo i nuovi casi giornalieri di positività al Covid individuati nel nostro Paese, mentre aumentano i decessi, in base agli ultimi dati del Ministero della Salute. Le analisi del matematico del Centro nazionale delle ricerche (Cnr) Giovanni Sebastiani rilevano che aumenta la diffusione dell’epidemia di Covid nelle province italiane.

I dati

I nuovi casi Covid registrati nelle ultime 24 ore sono 13.316, quando ieri erano stati erano stati 28.509, mentre i decessi salgono da 20 a 47.

In un giorno i tamponi molecolari e antigenici effettuati sono 85.693, quando 24 ore prima erano stati 147.359, e il tasso di positività scende dal 19,3% al 15,5%.

Sono 140 i pazienti in terapia intensiva, ieri erano 133, mentre i ricoverati nei reparti ordinari sono 4.520 (228 in più).

Sebastiani (Cnr): “Salgono le province in crescita accelerata”

Aumenta la diffusione dell’epidemia di Covid nelle province italiane, dove si rileva una crescita accelerata in 104 su 107; aumentano inoltre da 42 a 71 le province in cui l’incidenza è aumentata di almeno il 50% nell’ultima settimana. Lo indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). “L’analisi delle differenze settimanali delle sequenze dell’incidenza giornaliera dei positivi totali nelle 107 province italiane mostra che, rispetto a quattro giorni fa, sale da 102 a 104 il numero di province in crescita accelerata”, osserva Sebastiani, aggiungendo che “mancano solo Vibo Valentia, Isernia ed Enna”. Il matematico osserva inoltre che “sale anche da 42 a 71 il numero di province dove l’incidenza negli ultimi sette giorni è aumentata di almeno il 50% rispetto ai sette giorni precedenti, e in quattro di queste (Bologna, Pesaro e Urbino, Firenze e Aosta) c’è più che un raddoppio del valore. E’ molto verosimile che le cause principali dei recenti cambiamenti siano la ripresa delle attività scolastiche e l’ingresso dell’autunno, combinate con l’allentamento dell’attenzione delle persone e l’aumento del tempo dall’ultima vaccinazione. La fine dell’obbligo dell’uso della mascherina sui mezzi pubblici fornirà un ulteriore contributo che sara’ misurabile tra una, due settimane”. Dall’analisi emerge inoltre che le 30 province con l’incidenza più alta, rispetto alla popolazione, “sono tutte al Nord e al Centro, mentre le 30 con incidenza più bassa sono localizzate nel Sud e nelle Isole”. Secondo Sebastiani “molto verosimilmente questa differenza è da imputare a fattori climatici e alle conseguenti differenze tra i tempi medi di permanenza in locali chiusi”. Tra le prime 30 province, inoltre, “solo una non ha un incremento settimanale maggiore del 50% e tra le ultime 30 solo sei lo hanno. Esiste quindi – rileva il matematico – una correlazione positiva tra il livello dell’incidenza e l’aumento percentuale (velocità di crescita dell’incidenza), com’è facile aspettarsi da semplici argomenti matematici di tipo combinatorio”. La più intensa circolazione del virus SarsCoV2 in Italia ha indotto la crescita dei ricoveri ordinari e lascia prevedere un prossimo aumento anche delle terapie intensive, con la risalita della curva attesa in questi giorni. Lo indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). “L’analisi delle differenze settimanali della sequenza dell’occupazione nei reparti di terapia intensiva, rileva Sebastiani, “mostra che nei prossimi giorni la curva media inizierà a salire, analogamente a quanto previsto e accaduto per i reparti ordinari. una precisa localizzazione del minimo sarà possibile con i dati di questa settimana (potremmo aver già da poco superato il minimo o esserci sopra)”. A livello regionale, prosegue il matematico, le curve dell’occupazione nei reparti ordinari sono tutte in crescita evidente, tranne che Liguria, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna, Umbria e Valle d’Aosta. Nelle ultime due regioni, rileva Sebastiani, si notano oscillazioni rilevanti. Per quanto riguarda i livelli di occupazione dei reparti ordinari, Abruzzo, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e provincia autonoma di Trento superano la soglia del 10%, l’Umbria supera il 15% e la provincia autonoma di Bolzano supera il 20%. L’analisi indica inoltre che le percentuali di occupazione in Campania, Calabria ed Emilia Romagna aumentano in media dello 0,1% al giorno;in Abruzzo, Piemonte, provincia autonoma di Trento, Lazio, Veneto, Toscana e Lombardia dello 0.2%; in Basilicata e Marche dello 0.3%, in Friuli Venezia Giulia dello 0.6% al giorno, mentre la provincia autonoma di Bolzano ha un aumento medio giornaliero di un ordine di grandezza maggiore, pari a circa l’1.4% al giorno.