Covid-19, Coldiretti: così faremo ripartire il Made in Italy

L'Enpaia ha stanziato un plafond pari a 10 milioni di euro per l'anno 2020 per un settore che da solo assicura il 25% del pil italiano

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Il Pil dell’Italia registrerà un crollo di otto punti percentuali. E la stima, secondo alcuni esperti, sarebbe ottimistica. Si comprende, quindi, quanto il “Made in Italy” sia in pericolo. La filiera alimentare e non solo, data l’alta qualità, prevede un costo del lavoro importante che non sarà più sostenibile da molte imprese nel dopo Covid-19. Per questo, l’Enpaia ha deciso di intervenire per salvaguardare un marchio unico nel mondo.

Coldiretti, il costo del lavoro sarà azzerato

Per la prima volta arrivano sconti sul costo del lavoro a chi produce vero Made in Italy alimentare, dai formaggi ai salumi, dalla frutta alla verdura fino ai vini a denominazione di origine controllata sono stati previsti dalla delibera adottata dall’Enpaia, l’Ente nazionale di previdenza per gli addetti e per gli impiegati in agricoltura. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare l’importanza della misura innovativa adottata a sostegno del sistema produttivo nazionale di fronte all’emergenza coronavirus che sta mettendo in crisi fatturato ed esportazioni del settore agroalimentare.

La sovranità alimentare del Paese

Un intervento, sottolinea Coldiretti, per sostenere la sovranità alimentare del Paese e garantire la presenza di cibi e bevande Made in Italy sugli scaffali dei supermercati e nelle dispense delle case degli italiani. In questa fase di emergenza più di otto italiani su dieci (81%) ritengono che sia importante acquistare prodotti italiani per aiutare il lavoro e l’economia secondo l’analisi Coldiretti/Ixè. Per aiutare le imprese a far fronte alle conseguenze economiche della pandemia è stato stanziato dall‘Enpaia un plafond pari a 10 milioni di euro per l’anno 2020 da destinare alla decontribuzione in favore delle aziende che attesteranno di essere produttori solo di DOP e IGP. Inclusi i vini, il cui disciplinare preveda espressamente l’uso esclusivo di prodotti agricoli coltivati in Italia o animali nati, allevati e macellati in Italia con anche l’intera fase di trasformazione realizzata su suolo nazionale.

Lo sgravio

La decontribuzione, precisa Coldiretti, è fissata ad un limite massimo individuale pari al 50% per singolo beneficiario a favore di impiegati, quadri e dirigenti agricoli dipendenti delle aziende. Inoltre, c’è l’impegno per verificare la possibilità di un ulteriore intervento sempre a favore delle aziende agricole.

Le specialità italiane

L’agricoltura italiana, evidenzia la nota, vanta il record europeo di 299 specialità Dop/Igp/Stg riconosciute a livello comunitario, 524 vini Doc/Docg e Igt, ma anche 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi e 533 varietà di olive contro le 70 spagnole. Un sistema che poggia su un’agricoltura italiana che si classifica al primo posto a livello comunitario per numero di imprese e valore aggiunto grazie ai primati produttivi, dal grano duro per la pasta al riso, dal vino alla gran parte dei prodotti ortofrutticoli ma anche per la leadership nei prodotti di qualità come salumi e formaggi. La filiera agro alimentare è strategica per il Paese perché garantisce lavoro a oltre 3 milioni di persone con un valore dal campo allo scaffale pari a 538 miliardi di euro, circa il 25% del Pil.

Cosa bisogna tutelare?

Da tutelare c’è il patrimonio agroalimentare nazionale che nel 2019 ha realizzato un export record da 44,6 miliardi di euro ora messo a rischio dall’emergenza coronavirus sulle produzioni e sui commerci internazionali. Gli effetti della pandemia, conclude Coldiretti, stanno pesando su molte imprese dell’agroalimentare Made in Italy, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità con il 57% delle aziende agricole ha registrato una diminuzione dell’attività secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.