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Coronavirus, Giustizia ferma fino al 31 maggio

Conferma l’evoluzione pressoché continua del contagio da coronavirus l’ultimo bilancio divulgato dalla Protezione Civile, secondo la quale in Italia sono al momento 3.961 le persone ad averlo contratto. Un numero elevato, che parla di 620 persone rispetto alla giornata di giovedì, con 197 decessi (aumentati di 49 in 24 ore, in particolare in Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia) e ben 426 in terapia intensiva, mentre sono 523 i guariti. In serata, è arrivata la notizia che anche un poliziotto della scorta dell’ex vicepremier Matteo Salvini sarebbe risultato positivo al coronavirus, con lo stesso leader leghista (il quale non ha avuto contatti diretti con l’agente, in quanto assegnato a un’altra auto) che si è detto disponibile a sottoporsi al tampone qualora le circostanze dovessero richiederlo.

Ferma anche la Giustizia

Nel frattempo, aumentano le disposizioni di sicurezza da parte delle istituzioni che, dopo aver deciso la chiusura delle scuole e lo stop a tutti gli eventi di massa, sportivi e non, rendono noto di aver sospeso tutte le udienze ritenute non urgenti, in base a quanto previsto dal decreto legge approvato in Consiglio dei ministri: “Da oggi – ha detto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede – per due settimane ci sarà la sospensione feriale degli uffici giudiziari. Dal 23 marzo sarà possibile per i vertici degli uffici giudiziari rinviare le udienze non urgenti. Possibili anche le videoconferenze per le udienze”. Un fermo che, per il momento, si protrarrà fino al 31 maggio ma che potrebbe essere rivisto in caso i contagi dovessero calare e l’emergenza parzialmente rientrare.

Nel corso della conferenza stampa, il guardasigilli ha ringraziato “tutti gli addetti ai lavori con cui sono stato in contatto in questi giorni per prendere delle misure fondamentali, in particolare mi riferisco alla magistratura ma anche all’avvocatura. Permettetemi di ringraziare il Consiglio nazionale forense ma anche ad esempio cito l’unione delle camere penali”.

DM

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