Coronavirus, Boris Johnson fuori dalla terapia intensiva

Migliorano le condizioni del premier, trasferito in reparto al St Thomas Hospital di Londra. Raab: "E' di umore eccellente"

Si allenta la preoccupazione dei britannici per le condizioni del proprio premier. Boris Johnson è infatti uscito dalla terapia intensiva del St Thomas Hospital di Londra, dove era stato trasferito un paio di giorni fa, sotto le cure di un medico italiano. Il premier, ricoverato per un aggravamento delle sue condizioni dopo la contrazione del coronavirus, “continua a fare progressi positivi”, come detto dal suo ministro degli Esteri, Dominic Raab. “I suoi pensieri e le sue preghiere – ha precisato l’attuale facente funzioni del premier – sono per le famiglie e gli amici di chi è morto e la sua gratitudine va al personale sanitario, ai volontari, a coloro che restano a casa”. Ora Johnson è ricoverato in reparto dove “sarà sottoposto ad uno stretto monitoraggio nella fase iniziale della sua ripresa“.

Verso la stabilità

Al momento, non è ancora chiaro se l’ausilio di ossigeno venga ancora fornito al premier. Per il quale, comunque, filtra molto ottimismo, tanto che da Downing Street fanno filtrare come il primo ministro sia “di umore eccellente”. Si mantiene cautela, sia per le condizioni in sé di Johnson che del suo recupero, che sarà lungo e, inevitabilmente, passerà dalla guarigione dal coronavirus. Anche in caso di dimissioni, per tornare a una piena operatività ci vorrà del tempo. Momento che i britannici aspettano, sia per i limitati poteri consentiti al suo sostituto provvisorio (lo stesso Raab) che per il lavoro iniziato da Johnson, sul quale grava la responsabilità (non certo da poco) di dover arrivare a dama con la vicenda Brexit.

I contagi

Nel frattempo, il Regno Unito continua a fare i conti con l’emergenza: 887 morti nelle ultime 24 ore, addirittura 7.978 in totale. Numeri preoccupanti per un Paese che, rispetto ad altri, ha iniziato leggermente più tardi con le misure preventive, inizialmente riservate solo agli over 65. I dati, tuttavia, verrebbero indicati dal governo e dagli esperti come stabili rispetto alla salita dei giorni scorsi. Sufficienti, comunque, a costringere tutti a tenere alta la guardia.