Cop26, Johnson: “Non ci sono scuse per non agire”

Il premier britannico, che ha la presidenza della conferenza, è tornato a Glasgow a due giorni dalla fine del summit

Il premier britannico Boris Johnson

Essere più ambiziosi nei negoziati e mantenere il target del tetto degli 1,5 gradi in più rispetto all’era pre-industriale, è il messaggio lanciato dal primo ministro britannico e presidente della conferenza in corso a Glasgow Boris Johnson, che oggi si è recato di nuovo nella città scozzese.

“La linea di meta”

Non ci sono scuse per non agire”, ha detto Johnson ai leader mondiali, sottolineando che “non si può stare con le mani in mano”. Il primo ministro ha ricordato che per quanto riguarda i negoziati “c’è ancora un enorme lavoro da fare” e che “dobbiamo essere più ambiziosi”. “Qui a Glasgow il mondo è ora più vicino di quanto non sia mai stato a suggellare l’inizio della fine del cambiamento climatico antropogenico“. “Siamo in vista della linea di meta“, ha detto con una metafora sportiva.

Il tetto degli 1,5 gradi

Il premier britannico ha insistito sul fatto che la prospettiva di mantenere in vita l’obiettivo di contenere il surriscaldamento climatico entro 1,5 gradi in più delle temperature medie pre-industriali resta la chiave di volta su cui si misurerà il successo o il fallimento. “In questi giorni finali della Cop26 abbiamo bisogno di unirci e di agguantare” tale obiettivo. “La mia domanda ai colleghi leader del mondo è dunque: ci aiuterete a farlo? Ci aiuterete a cogliere questa opportunità o vi frapporrete in mezzo alla strada?’