Assalto al Congresso, arrestato lo “sciamano” Jake Angeli

L'uomo è stato individuato assieme ad altri responsabili dell'incursione nelle sale di Capitol Hill. Rischiano tutte incriminazioni per reati federali

Congresso Angeli

E’ finito in manette Jake Angeli, al secolo Jacob Anthony Chansley, aprifila del gruppo che, pochi giorni fa, ha fatto irruzione nel Congresso degli Stati Uniti d’America. Copricapo simil-vichingo, pelliccia e volto truccato, caratteristiche valide farlo soprannominare “lo Sciamano”, l’uomo si era denunciato nelle scorse all’Fbi, dichiarandosi pentito per quanto commesso. Un’ammissione di colpa che non è bastata però alle autorità per dimenticarsi di lui.

L’uomo, come reso noto dal Dipartimento di Giustizia, rischia l’incriminazione per ingresso illegale e violento e condotta disordinata nei palazzi del Congresso. Assieme a lui, anche tale Adam Johnson è stato individuato, immortalato sorridente e salutante mentre si allontanava con il podio della speaker della Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi. Johnson è padre di cinque figli.

Blitz al Congresso, le indagini

Altri dei manifestanti responsabili del blitz all’interno del Parlamento americano sono stati individuati. Fra questi anche il 60enne Barnett, nativo dell’Arkansas, salito alla ribalta delle cronache per essersi fatto fotografare con i piedi allungati sul tavolo della speaker. L’uomo, subito fuori dal Congresso, si era mostrato con una busta recante l’indirizzo di Nancy Pelosi. Anche lui rischia l’incriminazione. I reati federali che possono essere ipotizzati potrebbe arrivare a costare anche dieci anni di carcere.

Al lavoro sulle immagini

Più in generale, all’individuazione dei dimostranti hanno contribuito oltre 17 mila segnalazioni da parte dei cittadini, pervenute in questi giorni all’Fbi. Inutile dire che anche la facile diffusione delle immagini, fra le quali diversi selfie, le dirette social e ipost sulle varie piattaforme, hanno facilitato il lavoro degli inquirenti.

Gli inquirenti sono al lavoro anche per tentare di capire se fra i manifestanti vi fossero anche veterani dell’esercito e di alcune Forze dell’ordine. Anche il presunto ruolo avuto da alcuni agenti, mostrati nei filmati amatoriali facilitare in qualche modo l’ingresso dei dimostranti in Capitol Hill, è valutato nell’ambito dell’inchiesta.