Home News Cdm, via libera al Def: il Covid colpisce consumi e investimenti

Cdm, via libera al Def: il Covid colpisce consumi e investimenti

Pil in caduta dell'8%, prevista la tendenza al risparmio delle famiglie: la pandemia ridisegna l'assetto economico del 2020

Arriva a dama il Cdm, che dà il beneplacito al Documento di economia e finanza e, insieme, l’approvazione alla relazione alle Camere per chiedere l’autorizzazione allo scostamento di bilancio, in vista del decreto di aprile. Approvazione attesa che, di fatto, metterà sul piatto nel 2020 un piano per contenere gli effetti deleteri della crisi economica del durante e dopo Covid-19, tenendo presente che, bozza alla mano, le stime prevedono una riduzione del 5,7% nell’anno corrente dei redditi dei lavoratori dipendenti. In virtù, nondimeno, del considerevole ricorso alla cassa integrazione. Una diminuzione che, a ogni modo, secondo le previsioni sarà più contenuta di quella della spesa delle famiglie, sulla quale peserà la tendenza al risparmio (si stima il 13% su base annua). Prima prospettiva di incremento nel 2021, quando i redditi dovrebbero tornare ad aumentare di una percentuale oscillante attorno al 4,6%.

Altre prospettive

In sostanza, l’avvento della pandemia sarebbe andata a sconvolgere assetti economici che, in altre circostanze, avrebbero visto tutt’altra prospettiva: “Se non si fosse materializzato il cigno nero della crisi epidemica – si legge nella bozza del Def -, l’economia italiana avrebbe potuto registrare un ritmo di crescita in graduale miglioramento nell’anno in corso. Tale ripresa avrebbe condotto ad una modesta espansione nel primo trimestre dell’anno, rendendo raggiungibile la previsione di crescita annua dello 0,6 per cento formulata nella Nadef di settembre 2019″.

Numeri da crisi

Per quanto riguarda la questione Pil, i numeri sono abbastanza sconfortanti: inversione di 8 punti (10 in caso di colpo di coda), 11,6% di disoccupazione e deficit al 10,4% del Pil, cosa che non accadeva da quasi quarant’anni. Inevitabile il contraccolpo sui consumi e sugli investimenti: calo del 7,2% per i primi, del 12,3% per i secondi. Percentuali addirittura maggiori, indirizzati verso i numeri dell’annus horribilis 2008, per esportazioni e importazioni, con crolli rispettivi del 14,4% e del 13,5%.