Il calcio vicino a Eriksson: “Sono gravemente malato”

Dopo l'annuncio choc dell'allenatore, che ha rivelato di avere una grave malattia in stato terminale, tanti i messaggi di affetto e vicinanza

Sven-Goran Eriksson
Foto © Antonello Sammarco/Sport Image

“Mister, siamo al tuo fianco”. È il messaggio che la Lazio ha dedicato a Sve Goran Eriksson, allenatore del secondo scudetto che, poche ore prima, aveva rivelato di essere affetto da una malattia in stato terminale. “Mi resta un anno di vita, nel migliore dei casi”: così l’ex tecnico, tra le altre, di Roma, Sampdoria e della Nazionale inglese, innovatore tattico degli anni Ottanta e protagonista assoluto dei trionfi laziali dell’era Cragnotti. Messaggi di vicinanza anche da club inglesi come Manchester City e Leicester, ma anche dalla Fiorentina e dalla stessa Samp.

Eriksson: “Sono gravemente malato”

“Ho una malattia grave. Mi resta da vivere nel migliore dei casi un anno, nel peggiore molto meno. Impossibile dirlo con esattezza, quindi è meglio non pensarci”. Che Sven Goran Eriksson lottasse con problemi di salute era noto ed ora la reale gravità del proprio stato l’ex allenatore svedese, 75 anni, l’ha svelata in una intervista all’emittente Radio P1, scioccando il mondo del calcio, dalla Svezia all’Italia.

“Resisterò quanto potrò”

“Resisterò per tutto il tempo che posso”. Ha aggiunto di affrontare la realtà cercando di rimanere positivo e di “trarre qualcosa di buono” dalla diagnosi che non gli lascia scampo. “Si tenta di ingannare il cervello. Altrimenti è troppo facile soccombere, diventare negativi e rimanere bloccati in casa. Meglio cercare di vedere gli aspetti positivi e non arrendersi nei momenti difficili”. “Non sono in ospedale, conduco una vita normale. Ogni tanto vado a fare una visita. Natale e Capodanno, tutta la mia famiglia era qui – ha raccontato – Quando ricevi un messaggio del genere, apprezzi ogni giorno e sei felice quando ti svegli la mattina e ti senti bene, quindi è quello che sto facendo”.

L’ultimo incarico

Eriksson si era dimesso 11 mesi fa dal suo ultimo ruolo, ds nel club svedese Karlstad. La diagnosi era emersa dagli esami seguiti “ad un piccolo ictus” che aveva causato un malore “e purtroppo non è operabile”. Nei 42 anni da tecnico e manager il fiore all’occhiello resta la nomina a commissario tecnico dell’Inghilterra (dal 2001 al 2006), primo straniero a ricoprire questo ruolo. Intrapresa ad appena 28 anni la carriera di allenatore a causa di un infortunio che aveva fermato quella di difensore (comunque non di grandi prospettive), dopo le panchine iniziali al Degerfors, Torsby e Goteborg, Eriksson ha girato il mondo, allenando le nazionali di Messico, Costa d’Avorio e Filippine, oltre a squadre in Cina e Dubai.

Eriksson e l’Italia

Ma è con i club europei che si è tolto le più belle soddisfazioni. Soprattutto tra Portogallo e Italia. Arrivato in Serie A dal Benfica – dove aveva già mostrato il suo calcio modernissimo – dopo Roma, Fiorentina, un ritorno al Benfica e l’esperienza alla Sampdoria, nel 1997 approda alla Lazio, con al seguito il fedelissimo Roberto Mancini. Nella capitale Eriksson aveva sfiorato lo scudetto in giallorosso, sfumato nell’ormai famoso ko casalingo per 3-2 con il Lecce. Con la Lazio allestita da Sergio Cragnotti in quattro stagioni vincerà non solo il campionato, ma anche la Coppa delle Coppe, due Coppe Italia, una Supercoppa italiana e la Supercoppa Uefa. Tanti i successi del tecnico svedese anche con il Benfica, tra i quali spiccano tre campionati e la finale di Coppa dei Campioni, persa con il Milan di Arrigo Sacchi. Lasciata la carica di Ct dell’Inghilterra, la carriera manageriale di Eriksson è proseguita con il Manchester City e Leicester. Gli ultimi incarichi con club risalgono al periodo tra il 2013 ed il 2017, con le squadre cinesi della Super League Guangzhou R&F, Shanghai SIPG e Shenzhen. Ora l’annuncio choc.

Fonte: Ansa