Bielorussia: Lukashenko giura in segreto, l’opposizione insorge

Il presidente svolge la cerimonia non annunciata nel Palazzo dell'Indipendenza, centinaia di arresti fra i manifestanti. Gli oppositori: "Ora disobbedienza a oltranza"

Altra giornata campale a Minsk, dove al netto delle delegittimazioni formali annunciate nei giorni scorsi, il presidente Aleksandr Lukashenko presta nuovamente giuramento. Per la sesta volta da quando, nel 1994, fu eletto dal popolo bielorusso. Quella stessa popolazione che, in larghissima parte, gli chiede ora un passo indietro definitivo. E che torna a chiederlo manifestando sotto il Palazzo dell’Indipendenza di Minsk, dove Lukashenko ha organizzato e svolto in segreto la cerimonia. Non annunciata né, per forza di cose, avallata dalla popolazione, che ha portato ai piedi del Palazzo le stesse istanze che, nei giorni scorsi, sono costate arresti e repressioni. Secondo quanto riferito da Interfax, anche in mattinata sarebbero stati eseguiti numerosi arresti “per reati amministrativi”. Fra i manifestanti, perlopiù studenti.

Tikhanovskaya: “Io l’unico leader eletto dal popolo”

Un insediamento che, se non ha incontrato il favore del popolo bielorusso avverso alla sesta nomina presidenziale di Lukashenko, ancor meno ha riscontrato il consenso dell’opposizione. Anzi, la leader Svetlana Tikhanovskaya, principale rivale del presidente alle recenti elezioni, ha fatto sapere che “questa cosiddetta inaugurazione è una farsa. In realtà oggi Lukashenko è solamente andato in pensione”. Il che, in sostanza, “significa che le sue direttive alle forze dell’ordine non sono più legittime e non sono eseguibili. Io, Svetlana Tikhanovskaya, sono l’unico leader eletto dal popolo bielorusso. E il nostro compito ora è costruire insieme una nuova Bielorussia”.

Disobbedienza a Lukashenko

Da questo momento, ha spiegato ancora la leader d’opposizione nel suo messaggio su Telegram, la Bielorussia dovrà iniziare una nuova fase, senza o con Lukashenko. Per il quale, è il sunto, dovrà valere la delegittimazione popolare. A riferirlo, anche Pavel Latushko, membro del Presidio del Consiglio di coordinamento dell’opposizione bielorussa: “Non accetteremo mai i brogli e chiediamo nuova elezioni. Stiamo esortando tutti a fare una campagna di disobbedienza a oltranza“.