Utero in affitto, Meloni: rendiamolo reato universale

Si apre il dibattito sulla maternità surrogata vietata in Italia, ma consentita in molti altri Paesi aprendo così la strada a un vero e proprio turismo a scopo procreativo. La proposta di Fratelli d'Italia in discussione alla Camera

Comincia l’inter in commissione Giustizia alla Camera per l’esame della proposta di legge di Fratelli d’Italia per rendere l’utero in affitto reato universale e quindi punibile in Italia anche se commesso all’estero.

Le parole di Giorgia Meloni

“Avevamo presentato questa proposta nel 2018, finora era rimasta chiusa nei cassetti di Montecitorio, ma finalmente prende il via la sua discussione” annuncia la presidente di Fratelli di Italia, Giorgia Meloni che aggiunge: “La maternità surrogata è la forma di schiavitù del terzo millennio, che umilia il corpo delle donne e trasforma i bambini in merce. Mi auguro che tutte le forze politiche, al di là delle posizioni, vogliano condividere con noi questa battaglia di civiltà“.

Cosa prevedere la proposta di legge

Attualmente la legge n.40 del 19 febbraio del 2004 prevede che chiunque organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con una multa che può andare da un minimo di 600.000 a un milione di euro. Questa norma al momento si applica solo a livello nazionale, mentre nessuna conseguenza è prevista se accade in altri Paesi europei o extraeuropei dove tali pratiche sono legali come ad esempio in India o negli Stati Uniti. In pratica significa che per realizzare la maternità surrogata senza incappare in alcuna conseguenza è sufficiente rivolgersi all’estero: fenomeno esistente e in costante aumento. La proposta di Fratelli d’Italia vuole estendere il divieto di maternità surrogata anche se compiuto all’estero, rendendolo – appunto – un reato universale.

Il Comitato nazionale di bioetica

“Un contratto lesivo della dignità della donna e del figlio sottoposto come un oggetto a un atto di cessione”, così il Comitato nazionale per la bioetica ha definito la maternità surrogata ritenendo che “l’ipotesi di commercializzazione e di sfruttamento del corpo della donna nelle sue capacità riproduttive, sotto qualsiasi forma di pagamento, esplicita o surrettizia, sia in netto contrasto con i princìpi bioetici fondamentali”.

Cosa dice l’Europa

In Europa, il 17 dicembre 2015, nel corso dell’Assemblea plenaria del Parlamento europeo, è stata approvata la Relazione annuale che contiene un emendamento di un eurodeputato della Slovacchia che stabilisce che il Parlamento europeo “condanna la pratica della maternità surrogata, che mina la dignità umana della donna, visto che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usate come una merce; considera che la pratica della maternità surrogata debba essere vietato e trattato come questione di urgenza negli strumenti per i diritti umani” a disposizione dell’Unione europea nel dialogo con i Paesi terzi.