Allarme per i casi di tubercolosi bovina nel Salernitano

L'incremento dei casi di tubercolosi bovina potrebbero essere legati all'aumento della fauna selvatica quali cinghiali, cervi e caprioli, vettori della TBC

mucche
Foto di Daiga Ellaby su Unsplash

C’è allarme tra gli allevatori per l’aumento dei casi di tubercolosi bovina nel Salernitano. La TBC bovina è una malattia batterica causata da Mycobacterium bovis che colpisce l’uomo e gli animali e si presenta con decorso per lo più cronico depauperante.

Secondo il Ministero della Salute, la malattia ha “effetti socio-economici e di salute pubblica di notevole rilevanza e con impatto potenzialmente significativo nei confronti del commercio internazionale di animali e prodotti animali”.

Allarme dal Salernitano, aumentano i casi di tubercolosi bovina

Preoccupa gli allevatori e il presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori di Salerno, Donato Scaglione, l’aumento “sempre più in crescita nel Salernitano dei casi di tubercolosi bovina tra gli animali”. “Nonostante l’attenzione della Regione al settore agricolo e al comparto bufalino – spiega Scaglione – siamo preoccupati dalle crescenti segnalazioni che ci arrivano dai nostri tecnici e che evidenziano come, negli ultimi tempi, si stia registrando un significativo aumento dei casi di tubercolosi bovina nelle aree collinari e montane dell’Alta Valle del Sele, dei Monti Picentini e del Cilento interno.

I dati epidemiologici del periodo gennaio-giugno 2023 – scrive Scaglione in una lettera inviata alla Regione Campania – confermano che tale problematica interessi quasi tutti gli allevamenti, registrando 30 focolai nel territorio salernitano, su 32 focolai in corso in tutta la regione Campania e contro i 70 attivi in tutta Italia. Rispetto all’analisi di tali dati – sottolinea il presidente AIC Salerno – esiste un fondato sospetto che tali casi siano legati anche all’aumento della fauna selvatica quali cinghiali, cervi e caprioli”.

Fonte: Ansa