Afghanistan, le donne sono sempre più escluse

Da quando i telebani sono tornati al potere le donne hanno perso sempre di più la loro libertà e devono indossare il burka

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Foto di Joel Heard su Unsplash

Le donne in Afghanistan sono esclude da ogni decisione e stanno perdendo ogni tipo di libertà, l’ultima quella di potersi recare in un centro estetico

Le donne non possono essere pagate

Con la chiusura di migliaia di centri estetici decisa dal governo talebano di Kabul, da oggi le donne afghane sono ancora meno libere. La nuova restrizione priva le afghane di uno degli ultimi residui spazi di libertà e incontro, oltre che di una possibile fonte di reddito visto che la maggior parte dei lavori retribuiti sono loro preclusi.

Maggiori restrizioni

Da quando sono tornati al potere nell’agosto del 2021, i talebani hanno progressivamente escluso le donne dalle scuole secondarie, dalle università e dalle amministrazioni pubbliche, dai parchi e dalle palestre, obbligandole a indossare il velo integrale (burka) quando escono di casa e a viaggiare solo accompagnate da un uomo della famiglia. La decisione di chiudere anche gli istituti di bellezza gestiti dalle donne è stata presa il mese scorso limitando ulteriormente la possibilità per le donne di incontrarsi fuori casa e di contribuire con il loro lavoro al reddito familiare in un Paese sempre più povero.

60 mila donne hanno perso il lavoro

Secondo le stime della Camera di commercio e dell’industria per le donne dell’Afghanistan, il divieto riguarda 12 mila centri estetici dove lavorano 60 mila donne. La settimana scorsa, le forze di sicurezza avevano sparato per aria e utilizzato cannoni ad acqua per disperdere le decine di afghane che avevano avuto il coraggio di manifestare a Kabul contro l’ennesima restrizione.

L’obbligo di chiudere entro oggi

Il ministero per la prevenzione del vizio e la promozione della virtù aveva stabilito la data di oggi come scadenza per la chiusura dei centri, per dare il tempo a chi li gestisce di utilizzare le scorte. La motivazione ufficiale della decisione riguarda le somme esagerate richieste dai saloni per i matrimoni, un impegno economico troppo pesante per le famiglie povere, ma anche il fatto che alcuni dei trattamenti proposti dalle estetiste non rispettano la legge islamica. In particolare, il trucco sul viso è in contraddizione con la pratica corretta delle abluzioni che precedono la preghiera, aveva spiegato il ministero, cosi’ come non sono concesse le ciglia finte e le trecce.

Fonte: Agi