Il detenuto afroamericano Christopher Vialva, 40 anni, è stato ucciso con una iniezione letale in una prigione governativa a Terre Haute, Indiana. E’ stato dichiarato morto alle 18:42 di giovedì 24 settembre, ora locale, nella prigione federale di Terre Haute, nell’Indiana.
Duplice omicidio
Vialva era stato condannato per un duplice omicidio commesso nel 1999, quando aveva 19 anni. In quella occasione, lui e il gruppetto di teenager rubò un’auto a Fort Hood, in Texas, sparando alla coppia a bordo, Todd e Stacie Bagley. I loro corpi furono bruciati nel bagagliaio della vettura da un complice, anch’egli condannato alla pena capitale.
Le parole finali
Nella dichiarazione video rilasciata ai suoi avvocati giovedì, Vialva ha espresso rammarico per quello che aveva fatto e ha detto di essere un uomo cambiato.
“Ho commesso un grave torto quando ero un bambino smarrito e ho tolto due vite preziose da questo mondo”, ha detto. “Ogni giorno, vorrei poter rimediare a questo torto”.
Trump
Questa di Vialva è la settima esecuzione federale da luglio e la seconda questa settimana. Rappresenta però la prima esecuzione capitale federale di un detenuto afroamericano dopo che la pena è stata ripristinata dall’amministrazione Trump. I primi cinque condannati erano bianchi, mentre il sesto era un nativo Navajo.
Dei 56 detenuti attualmente nel braccio della morte federale, 26 – quasi il 50% – sono neri, secondo i dati del centro aggiornati mercoledì; 22, quasi il 40%, sono bianchi e 7, circa il 12%, sono latini. Infine, c’è un solo asiatico. I neri costituiscono il 13% circa della popolazione statunitense.