Sulle riforme la Merkel bacchetta l’Italia: “Troppo fragili”

Non bastava  l’agenzia Standard and Poor’s a declassare l’Italia portandola a un passo dal giudizio spazzatura. Ora anche Angela Merkel non risparmia le sue critiche al nostro Paese: sulle riforme l’Italia è insufficiente. Non è bastata dunque la settimana di tregua concessa dalla Commissione Europea ai due Paesi per migliorare la situazione finanziaria, a cambiare il giudizio di fondo sulla nostra nazione: il cancelliere tedesco ha voluto confermare e condividere quello che era già stato espresso dalla Commissione Ue ribadendo come la stessa abbia delle date secondo le quali i due Paesi dovranno presentare altre misure. Sullo sfondo sempre il solito totem: il rapporto tra deficit e Pil (Prodotto interno lordo) e il tetto invalicabile del 3%.

Secondo le stime dell’Ue che si proiettavano nel 2014, l’economia italiana sarebbe dovuta crescere dello 0,6 per cento: l’attuale analisi registra invece una contrazione del Pil dello 0,4 per cento entro la fine dell’anno. E se nel 2015 fino a qualche mese fa si attendeva un segno positivo dell’1,2 per cento, ora la previsione di crescita è stata dimezzata allo 0,6.

Per quanto riguarda il deficit, per il 2014 questo dovrebbe restare a ridosso del 3 per cento (entro i limiti del Patto). Ma non è una buona notizia: secondo le stime presentate dal governo Renzi, infatti, l’Italia sarebbe dovuta arrivare al 2,6 per cento. Un bersaglio mancato non di poco conto, se si pensa anche che la “promessa” era stata inserita dalla Commissione nelle precedenti stime di Primavera. Nel 2015 il deficit dovrebbe scendere al 2,7 per cento, ma a patto, sottolinea l’Ue, che venga rispettato quanto inserito dal governo nella legge di stabilità e che vengano applicate le misure annunciate il 27 ottobre. Insomma, l’Italia è fragile, troppo per far dormire sonni tranquilli alla Troika.