La Camera al governo: “Sì al riconoscimento della Palestina”

Sulla scia di quanto avvenuto già in Svezia e Francia il Parlamento ha votato per impegnare il governo a favorire il riconoscimento dello Stato della Palestina. Le due mozioni (una presentata da Pd, Psi e Per l’Italia e l’altra da Area popolare e Scelta civica) sono state approvate a maggioranza dalla Camera. La prima, che ha incassato 300 consensi, chiedeva all’esecutivo di sostenere l’obiettivo della costituzione di una nazione palestinese, la seconda, passata con 237 sì, invece promuoveva la ripresa del dialogo con Israele e la cessazione della violenza. Palazzo Chigi non è tenuto a seguire le indicazioni provenienti dal potere legislativo ma ora conosce qual è la sua posizione in merito e dovrà rispettarla almeno dal punto di vista diplomatico.

Tra le opposizioni Sel si è accodata alla maggioranza mentre Forza Italia e Lega hanno votato contro. “Valutiamo con favore l’impulso a promuovere il riconoscimento di uno Stato palestinese e a fare tutti gli sforzi per riprendere il negoziato tra le parti – aveva detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, prima delle votazioni – . C’è il diritto dei palestinesi a un loro Stato e il diritto dello stato di Israele a vivere in sicurezza di fronte a chi per statuto vorrebbe cancellarne esistenza”.

La notizia è arrivata sul tavolo dell’ambasciata israeliana a Roma che ha cercato di ridimensionare la portata della votazione. “Accogliamo positivamente la scelta del Parlamento italiano di non riconoscere lo Stato palestinese – si legge nel comunicato – e di aver preferito sostenere il negoziato diretto fra Israele e i palestinesi, sulla base del principio dei due Stati, come giusta via per conseguire la pace”. I diplomatici hanno sottolineato che dopo gli accordi di Oslo del 1993 “tutti i governi di Israele hanno accettato e fatto propria l’idea di due stati per due popoli”, per raggiungere questo obiettivo “dopo le elezioni di marzo – evidenzia il comunicato – è necessario che i palestinesi decidano di tornare al tavolo delle trattative senza precondizioni per portare avanti la pace e la sicurezza fra i due popoli”.