Il Sud meno istruito del Centro-Nord

L'Istat ha appena pubblicato per la prima volta un sistema di indicatori del Benessere equo e sostenibile (Bes) riferito alle 110 province e città metropolitane italiane. Le tavole di dati diffuse nella giornata di ieri dall'Istituto di Statistica sono il primo risultato del progetto “Misure del benessere equo e sostenibile dei territori”, avviato per costruire e alimentare regolarmente un sistema di indicatori utili a soddisfare la domanda di informazione statistica territoriale, coerenti e integrati con il framework Bes adottato a livello nazionale.

Indicatori statistici

Gli indicatori statistici, in tutto 61, sono articolati in 11 domini: Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività (prima denominato Ricerca e innovazione); Qualità dei servizi. Rispetto al Rapporto Bes a livello nazionale, composto da 12 domini, non è considerato il Benessere soggettivo, per la mancanza di fonti di adeguata qualità statistica mentre diverse componenti del benessere sono descritte per mezzo di misure ulteriori.

Sud meno istruito

Analizzando i Bes, si nota che sulla cultura le differenze tra Nord e Sud continuano ad essere rilevanti. Un divario – rileva Istat – che è cresciuto nel tempo e che ormai sfiora i 15 punti percentuali. “La quota di popolazione con almeno il diploma marca una distanza tra l’area complessivamente in maggiore vantaggio, il Centro, e il Mezzogiorno, più sfavorito”, si legge nel rapporto. Lo stesso vale per la percentuale di laureati tra i 25 e i 39 anni, che è più alta al Centro e al Nord rispetto al Mezzogiorno con una differenza di ben 8,4 punti percentuale. Maggior livello culturale equivale a una maggior possibilità di accedere al mondo del lavoro in Italia e all'estero. Un gap dunque importante che influisce negativamente sul benessere del singolo e della comunità.