De Falco sale a bordo del M5S

Salga a bordo, c….!”. Il comando imperioso urlato al telefono nei confronti del comandante della Costa Concordia Francesco Schettino che aveva lasciato la nave dopo il naufragio all'isola del Giglio fece il giro del mondo rendendolo famoso e, in qualche modo, ne fece il contraltare positivo di chi non aveva compiuto il proprio dovere. Ora Gregorio De Falco, il capitano di fregata che si trovava nella capitaneria di Porto di Livorno a coordinare i soccorsi quella tragica notte del 13 gennaio 2012 e che non ha più compiti operativi, ha deciso di intraprendere la carriera politica. E' infatti uno dei tantissimi aspiranti ad una candidatura in Parlamento con il Movimento 5 Stelle.

Di Maio soddisfatto

Una partecipazione davvero massiccia, tanto da mandare in tilt la piattaforma Rousseau e costringere il Movimento a prorogare i termini delle candidature. Al di là delle polemiche sulla privacy e sulle obiezioni sollevate dal Garante alle quali hanno risposto i responsabili, il candidato premier Luigi Di Maio non nasconde la sua soddisfazione: “C'è stata una grandissima partecipazione e io sono felicissimo. Migliaia e migliaia di cittadini che hanno deciso di candidarsi con noi. Nomi noti, uno su tutti il comandante De Falco, ma anche personaggi del giornalismo e dell'università. Persone non organiche al movimento ma che hanno sempre simpatizzato per noi e che condividono i nostri valori”. “A chi dice che il sistema è andato in tilt  – ha aggiunto nel corso di una visita ai Vivai cooperativi di Rauscedo, a San Giorgio della Richinvelda – noi rispondiamo che abbiamo avuto ieri una disponibilità a candidarsi fuori dal comune e siamo l'ultimo argine all'apatia politica e all'astensionismo”.

I vip in corsa

Migliaia di persone sconosciute ma anche alcuni volti noti. Oltre a De Falco, ci sono due giornalisti molto conosciuti come l'ex direttore di Sky Tg24 ed ex conduttore del Tg5, Emilio Carelli, e Gianluigi Paragone, già direttore della Padania e vicedirettore di Libero e Rai2. Fu lui a condurre a settembre la kermesse di Rimini che “incoronò” Di Maio quale candidato premier e capo politico del Movimento. Tra gli altri aspiranti candidati figurano l'attrice Claudia Federica Petrella, che denunciò le molestie subite da un regista, e l'ex senatore Elio Iannutti, fondatore dell'associazione di consumatori Adusbef, mentre l'inviato delle Iene Dino Giarrusso per il momento ha smentito ma starebbe valutando l'opportunità di scendere in campo. Non mancano parlamentari uscenti pronti a presentarsi per un secondo mandato.

Il nodo della multa

Intanto il codice etico delle parlamentarie, che dovrebbero svolgersi a metà gennaio, prevede ancora una multa da 100.000 euro in caso di espulsione o abbandono del gruppo politico del Movimento o di dimissioni per dissenso con la linea politica. Una norma che però cozza con l'articolo 67 della Costituzione che non prevede vincoli di mandato. I legali del M5S sono al lavoro per aggirare l'ostacolo ma intanto c'è un precedente che fa discutere. E' quello dell'eurodeputato Marco Affronte. Un anno fa Beppe Grillo annunciò sul suo blog che se non si fosse dimesso, dopo la scelta di lasciare il gruppo al Parlamento Europeo per aderire ai Verdi, gli sarebbe stata notificata la sanzione da 250.000 euro prevista dal codice etico per i “dissidenti”. Ora Affronte racconta racconta al Corriere di Bologna che non è successo nulla. “Parlai con qualche avvocato – ricorda Affronte al quotidiano – e tutti mi avevano detto: stai tranquillo, la multa è un vincolo di mandato, non si può fare, nessun giudice può ritenerla ammissibile. Pensavo però che almeno facessero una mossa a cui avrei risposto, e invece non mi hanno chiesto un euro”. “Ho visto – prosegue l'eurodeputato romagnolo- che anche nel nuovo codice hanno inserito il tema della multa, lo fanno per avere gente fedele, ma la questione resta sempre quella del vincolo di mandato”.