Moby Prince: la verità diversa da quella processuale

Non c'era nebbia al largo di Livorno quando, il 10 aprile 1991, la nave Moby Prince si scontrò con la petroliera Agip Abruzzo causando la morte di 140 persone. Lo ribadisce davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta Guido Frilli, livornese, che quella sera era assistette all'incidente dalla finestra di casa.

“Non c'era nebbia”

Quella notte in rada non c’era nebbia, lo ribadisco. Sono stato alla finestra fino all’una del mattino e vedevo con chiarezza ciò che stava accadendo”: le sue parole stridono con la verità processuale, secondo cui la foschia avrebbe impedito di capire cosa stesse avvenendo e soccorrere i passeggeri del traghetto. Eppure la sua testimonianza non fu mai inserita nel fascicolo di un'indagine. Frilli racconta che fin da subito provò a raccontare ciò che aveva visto. “Nei giorni successivi all’incidente – ha sottolineato Frilli – mi sono presentato in Capitaneria per riferire della perfetta visibilità in rada e della totale assenza di nebbia”.

Una nuova inchiesta?

La relazione finale della commissione parlamentare presieduta da Silvio Lai (Pd), che consta di 72 audizioni fatte in 25 mesi di lavoro, potrebbe far aprire una nuova inchiesta in procura. Infatti sono tanti i dettagli importanti emersi da questo lavoro: la sopravvivenza a bordo del Moby Prince per tanti fu molto più lunga dei 20 minuti ipotizzati dall'inchiesta, e i soccorsi, che in soli 25 minuti misero in salvo tutto l'equipaggio della petroliera, arrivarono vicini al traghetto solo molte ore dopo. Pesante in tal senso l'ammissione dell’allora comandante del porto, Sergio Albanese: “Il traghetto era un corollario, ci siamo concentrati sulla petroliera”.

La verità processuale

Secondo i giudici, la tragedia della Moby Prince è da ascrivere principalmente all'inadempienza dell'equipaggio. Tutte le commissioni d'inchiesta e tutti i processi, fino all'ultima archiviazione disposta dalla Procura di Livorno nel 2010, puntano l'indice verso il comportamento della plancia del Traghetto, comandata da Ugo Chessa, defunto anch'egli nella tragedia.